New York - Gli Stati Uniti non dimenticano. Ricordano guardando al futuro. Fanno memoriale della tragedia per cambiare il presente. Il volto triste, la mano ferma sul cuore e lo sguardo fisso nel vuoto: il presidente americano, Barack Obama, ha guidato con la
moglie Michelle al fianco il minuto di silenzio per le quasi
tremila vittime degli attentati dell’11 settembre 2001. Il
suono della tromba ha echeggiato nei giardini della Casa Bianca
alla stessa ora in cui il primo aereo dirottato si schiantava
contro una delle Torri Gemelle. "Gli anni che passano non
diminuiscono la pena - ha detto il presidente Obama - oggi siamo tutti newyorchesi".
Un futuro che faceva paura "Ricordando un futuro di cui molti hanno
(ancora) paura", è il titolo del New York Times, secondo il quale
all’indomani degli attacchi dell’11 settembre, molti newyorkesi
vedevano un futuro cupo, che non è ancora stato superato. Sull’onda dell’emozione e del
cordoglio seguiti agli attentati dell’11 settembre del 2001, con le
rovine delle Torri Gemelle ancora fumanti e i soccorritori all’opera
per estrarre i corpi dalle macerie, i leader americani, dall’allora
sindaco di New York Rudolph Giuliani all’ex presidente George W. Bush,
promisero solennemente che il World Trade Center sarebbe stato
ricostruito più bello e più grande di prima. Ma a otto anni da quella
strage che ha segnato in maniera irreversibile la storia
dell’Occidente, quelle
parole di orgoglio e di speranza che già ridisegnavano nell’aria le
torri simbolo della Grande Mela e dell’America tutta sembrano essere
solo una bella favola.
Il discorso di Obama "Ogni anno in questo giorno siamo tutti newyorchesi", ha detto Obama rivolgendosi alla città di New York in un messaggio in ricordo degli attentati dell’11 settembre 2001. "Otto anni fa in un normale martedì mattina, morirono circa tremila persone nel più sanguinoso attacco mai avvenuto in territorio americano - ha scritto Obama - è stato un evento che ha cambiato per sempre la vita di questa città. Una tragedia che ha marchiato a fuoco e per sempre il nostro Paese. Ogni anno in questo giorno noi siamo tutti newyorkesi". Nel messaggio Obama ha ricordato poi che "come presidente, il mio primo pensiero è la sicurezza del popolo americano. È il primo pensiero con cui mi sveglio al mattino, l’ultimo pensiero con cui vado a dormire. Questa responsabilità è il cuore delle politiche che la mia amministrazione sta portando avanti". "Nessuno può garantire che non ci sarà più un altro attacco. Ma quello che io posso garantire è che noi faremo ogni cosa in nostro potere per ridurre la probabilità di un attacco, e non esiteremo a fare ciò che è necessario per difendere l’America".
La discussa ricostruzione Un sondaggio della Quinnipiac University condotto il mese scorso suggerisce che più della metà dei newyorchesi è convinta che la ricostruzione proceda male. Il sessanta per cento non crede che la Freedom Tower, alta 1.776 piedi in memoria delle 1.776 vittime del Wtc, sarà costruita entro i termini previsti.
Garbugli politici, complicazioni nella realizzazione e la recessione economica hanno allungato i tempi e gonfiato i costi. Ora per la Freedom Tower e l’hub dei trasporti (che collegherà Ground Zero al sistema metropolitano di New York) si stima che i lavori saranno completati tra il 2011 e il 2014.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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