Lotito si difende con il dossier «La mia Lazio è seria e pulita»

Carmine Spadafora

da Napoli

Ieri la palla del calcio «sporco» è passata a Claudio Lotito, presidente della Lazio, indagato per frode commessa in competizione sportiva, relativamente al campionato 2004 - 2005. Il patron, per il momento, nella speciale classifica della permanenza negli uffici della Procura della Repubblica di Napoli, è «solamente» terzo. Infatti, Lotito, spesso contestatissimo dagli stessi ultras laziali, giunto in Procura intorno alle ore 9.30, in compagnia del suo avvocato, Gian Michele Gentile, è rimasto sei ore circa nell'ufficio dei pm Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci, titolari del filone napoletano sullo scandalo del calcio. Dagli inquirenti, il patron dei biancocelesti si è presentato con un dossier che a suo dire, lo scagionerebbe da ogni accusa. Una moda, quella dei dossier inaugurata verso la metà dello scorso campionato, dal superindagato Luciano Moggi, sentitosi defraudato da alcuni arbitraggi che avevano sfavorito la Juventus. Naturalmente, quel dossier moggiano è rimasto sempre un segreto.
«La Lazio è scevra da condizionamenti e interessi illegittimi. Siamo pronti a dimostrare la nostra trasparenza. La Lazio è una società seria, pulita e trasparente e basata sui principi ed i valori dello sport», ha detto l'indagato eccellente, all'uscita da Palazzo di giustizia.
Il presidente della Lazio si è poi detto fiducioso sul futuro. «Ritengo che queste siano cose che possiamo dimostrare. Abbiamo portato tutte le fonti per dimostrare che la Lazio non ha compiuto alcuna azione volta ad alterare il rispetto delle norme. Saremo in grado di dimostrare che le cose che ci addebitano non sono in linea con la realtà».
Poi, ha aggiunto. «Sono sereno. Si preoccupi chi ha fatto delle cose che non doveva fare. Non vedo perché devo essere preoccupato io. Sono più tranquillo perché so di avere parlato con magistrati altamente professionalizzati». E sull'accusa di aggiotaggio, contestatagli dalle procure di Roma e Milano, il patron della Lazio, si è espresso con 3 parole: «È pura fantasia».
Il presidente Lotito viene chiamato in causa da una serie di intercettazioni telefoniche in cui si fa riferimento a presunti favori arbitrali, ricevuti per salvare la Lazio dalla retrocessione in serie B. Si tratta del campionato 2004-2005, i biancocelesti si trovavano in forti difficoltà di classifica. Gli inquirenti della Procura napoletana hanno puntato la loro attenzione, in particolare, su tre partite, tutte finite con la vittoria dei biancocelesti: Chievo-Lazio (0-1), Lazio-Parma, (2-0) e Bologna-Lazio (1-2).
Dalle intercettazioni telefoniche emergerebbe che Lotito avrebbe fornito il proprio appoggio al gruppo di potere dominante nella Federcalcio e nella Lega. Il dossier consegnato dall'indagato presidente, ai pm Narducci e Beatrice, si comporrebbe in gran parte di articoli di giornali infarciti di critiche pronunciate dallo stesso Lotito, contro arbitri che avrebbero sfavorito la Lazio.
Si avvia a conclusione l'indagine dei pm Narducci e Beatrice. Probabilmente nella giornata di oggi, verrà interrogato, in qualità di persona informata dei fatti, il presidente del Genoa, Enrico Preziosi.

Per la prima metà del mese di giugno, è prevedibile che i pm napoletani, potrebbero emettere l'avviso di conclusione delle indagini preliminari. Poi, verranno formulate le richieste di rinvio a giudizio o di archiviazione per i 41 indagati.

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