Luca, bimbo conteso tra Milano e Parigi

Tribunali e fughe: il calvario di un piccolo di 7 anni

Ha solo sette anni, ma è gia un pendolare. Parigi, Milano, Parigi, ancora Milano. Luca (il nome è di fantasia) è conteso dal papà e dalla mamma; solo che lei, consulente finanziaria di un’organizzazione non governativa attiva a Kabul, sta a Parigi. Lui, avvocato, risiede a Milano. Risultato: un groviglio, come spesso capita in questi casi, di decreti, sentenze, perizie fra l’Italia e la Francia. E Luca rimbalza come un pallone da una parte all’altra.
Inutile cercare soluzioni facili: «Il bambino vuole stare solo con me», dice la madre che aggiunge: «Luca non parla italiano, ma francese, a Milano vive malissimo». Il papà replica estraendo un telefonino e mostrando un lungo video, quasi un album di immagini felici: Luca gioca felice sulla terrazza della grande casa paterna, calcia la palla, accarezza il cane dello zio e fa le boccacce come tutti i bambini.
Impossibile afferrare un compromesso.

Il rancore accumulato rende ardua ogni mediazione. Lui contro lei, e allora o Parigi o Milano, senza soluzioni intermedie. Anche la giustizia non conosce vie di mezzo ma nel tempo il giudizio è cambiato: prima Giovanni era affidato (...)

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