Lucciole e trans, gang in trappola a Ostia e Frosinone

Stefano Vladovich

Night club a luci rosse, permessi di soggiorno e certificati medici contraffatti: squadra mobile di Frosinone e Dia arrestano un impiegato interinale della Questura di Roma e il gestore di un locale notturno di Ferentino. Il primo responsabile di aver creato ad arte attestazioni di gravidanza da allegare ai documenti per i visti delle straniere (rilasciati dalle questure di Roma e Ancona), il secondo per aver messo in piedi un giro d’affari da capogiro. Non solo: smantellata dai carabinieri di Ostia, Frascati e Terni una potente organizzazione per lo sfruttamento di trans sudamericani sul litorale romano. Venti arresti, dunque, in due maxioperazioni contro l’immigrazione clandestina, lo sfruttamento della prostituzione e la riduzione in schiavitù. A finire in manette, su richiesta del pm antimafia Andrea De Gasperis, Aldo S., 49 anni, da tempo in servizio a San Vitale e il suo socio in affari Claudio A., 39 anni di Frosinone, proprietario del club «Avana» di Ferentino. Un’inchiesta difficile per gli agenti del vicequestore aggiunto Cristiano Tatarelli, che per mesi si sono infiltrati nell’ambiente legato al giro di squillo d’alto bordo, per lo più giovanissime dell’est europeo ufficialmente assunte come cantanti o ballerine. A procurare la «merce» ai frequentatori dei disco-club sei cittadini romeni residenti tra Frosinone e Aprilia. Fra gli indagati il titolare di un altro night del Frusinate, il Copacabana. Fra il materiale sequestrato in casa dei romeni e dell’impiegato della Questura romana certificati medici e permessi di soggiorno fasulli nonché timbri sottratti in Questura. Gli uomini del nucleo operativo di Ostia, invece, erano sulle tracce di una gang che sfruttava la prostituzione dei trans fin dal novembre del 2004. Secondo i carabinieri della compagnia Ostia i brasiliani e gli argentini giungevano in Italia sapendo di dover «lavorare per strada», ma con la prospettiva di racimolare qualche soldo in più che in patria. «Arrivati a Roma - spiegano il comandante della compagnia Ostia, il capitano dei carabinieri Saverio Spoto, e il tenente Fabio Fagioli - la loro speranza diventa pura illusione. Presi in consegna dall’organizzazione vengono tenuti pressoché in schiavitù». Ogni settimana i trans devono pagare duemila euro di tangente per mantenere il posto di lavoro e 25 euro al giorno per un posto letto di fortuna. Una vicenda squallida venuta alla luce quando i militari s’imbattono nel sodalizio che controlla la prostituzione maschile di Castelfusano.

L’attenzione si concentra su un trans pregiudicato argentino di 58 anni, «el Perica». L’operazione «Trash» porta in carcere ben 12 persone tra le quali sette romani, un romeno e un croato incaricati delle spedizioni punitive contro i ribelli.

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