Luciana e Geppy, la staffetta rosa della risata

Una ha guardato il corredo ingiallire fino a qualche mese fa. Cercando oblio nella Nutella e nelle attenzioni caloriche della mamma, «mia madre è la versione gastronomica di Robin Hood, ruba al frigo per dare a me». Era rimasta indietrissimo con i lavori sentimentali, a furia di incontrare «uomini che in realtà erano solo bambini alti», a furia di inciampare in maschi a cui lei indicava la luna mentre loro le guardavano il dito. Ora però «nel suo cuore c’è un cantiere» («storia è bruttissimo, compagno fa comunista»). Full Metal Geppy.
L’altra ha interpretato la single (tutte le single) incarognita(e) per decenni, Sola come un gambo di sedano, a far la conta de Le parole che non ti ho chiesto, a sfinirsi con uomini che non volevano essere il prossimo di qualcuno. Ora però ha un compagno musicista, ha in affido due bambini, ha salvato una cagna (Gigia) in autostrada, «una specie di criceto obeso» che ringhia a chiunque le si avvicini.
Una è nata a Cagliari 36 anni fa, si è laureata in giurisprudenza a Milano, poi si è dedicata a quello che le interessava davvero Meglio sardi che mai. L’altra è nata a Torino 46 anni fa, si è diplomata al Conservatorio della sua città, ha insegnato musica alle scuole medie, si è laureata in materie letterarie presso la facoltà di magistero, poi si è dedicata a quello che le interessava davvero, prima negli Avanzi di tempo, poi del tutto. Martedì sera, come in sfida all’O.K. Corral, Geppy Cucciari e Luciana Littizzetto si sono trovate una di fronte all’altra nello studio di Victoria Cabello.
Geppy ha usato la dovuta deferenza che si riserva a un maestro: «Sei la più grande comica italiana, è un onore averti qui. Io al massimo posso essere l’anello di congiunzione tra te e la Gegia (Francesca Carmela Antonaci, una specie di Sconsolata anni Ottanta, ndr). Tu non hai bisogno di presentazioni, ma sai mi pagano per questo» ha detto prima di iniziare il sondaggio sulla collega. In realtà, una di fronte all’altra, c’erano le due più grandi comiche italiane. Uguali e diversissime. Una che pare ciucciata dalle streghe tanto è magretta e mingherletta (Luciana), l’altra perennemente incerta sulla sua taglia 46 (Geppy), una anabolizzata dal turpiloquio (Luciana), l’altra esente o quasi dalla parolaccia (Geppy), entrambe politicamente orientate ma più manifesta una (Luciana), più contenuta l’altra (Geppy), una del Nord, una del Sud, e in mezzo, tra entrambe tanta materia umana e questo pasticcio della modernità. Gli uomini, le donne, il non amore perché come dice la Cucciari «Ognuno è un esperto in questo... anche chi fa molte altre cose sa tutto sui sentimenti, sulle esperienze umane, sulle relazioni. Non c’è bisogno di diventare esperti, è la vita che ti fa esperto».
Radio, tv, teatro, libri e cinema. Sono entrambe passate per tutte le forche mediatiche a disposizione di un artista, uscendone più famose e più forti di prima. L’unico vero anello di congiunzione è stato Carlo Verdone che ha usato Geppy in Grande, Grosso, Verdone. La Cucciari interpretava sua moglie nell’episodio in cui il regista-attore, con consorte e due figli grassi, andava a seppellire la povera madre. E poi ha recitato con la Littizzetto in Manuale d’amore di Giovanni Veronesi. Lì Luciana era la vigilessa Ornella, tradita dal marito, affogata nel traffico, con il libretto delle multe come unico sfogo a una vita che le andava improvvisamente larga. Oggi Geppy è un personaggio di La7 e ha pubblicato un libro qualche mese fa, (Meglio un uomo oggi, Mondadori). La Littizzetto è in tv con Che tempo che fa e al cinema con Genitori & figli, agitare bene prima dell’uso.
Perennemente frullate, divinamente in piedi Luciana e Geppy. Manco più single. La prima spigolosa come il suo aspetto: «Ci sono dei momenti, nelle discussioni, che richiedono solo il vaffan... non si può mica sempre star lì a fare dei Ballarò», l’altra ad atterraggio più morbido, come la sua fisionomia: «Si può dire tutto a tutti se per esprimere il tuo pensiero segui un codice interiore. Dire tutto quello che ti passa per la testa sarebbe follia. Puoi dire ciò che pensi attraverso i filtri che hai dentro che sono il buongusto, il decoro, i principi».


L’altra sera, sotto lo sguardo della Cabello, con la distrazione di un Alessandro Preziosi nudo (roba da guardare con gli occhiali da sole), tra i sondaggi, la cagnolina Gigia, gli esilaranti stacchetti di ballo della padrona di casa, tra quelle due è passato qualcosa. Uno sguardo che era una staffetta. Un passaggio di testimone, una sfida, un’approvazione. Le avremmo lasciate a guardarsi così per tutto il resto della trasmissione.

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