Il lunapark del menestrello Caparezza

Dici CapaRezza, all'anagrafe Michele Salvemini, e la mente va all'outsider a denominazione di origine controllata della musica italiana, un talento fresco e puro per quanto puri si possa rimanere in questo mondo fatto di note, poche idee (tranne pochissime eccezioni) e bilanci sempre più in rosso.
L'irrequieto e spesso caustico menestrello-rapper pugliese (di Molfetta), lanciato nel 2003 dal battutissimo tormentone «Fuori dal tunnel», ritorna a grande richiesta domani sera in città (all'Alcatraz di via Valtellina 25, ore 22.30, ingresso 12 euro) con il suo travolgente lunapark musicale dal vivo che celebra un anno (o quasi) di concerti a fare da cassa di risonanza a «Le dimensioni del mio caos», il primo fonoromanzo nella storia della canzonetta tricolore. Un album suddiviso in 14 audiocapitoli (i brani sono legati l'uno all'altro da momenti recitati affidati ai doppiatori più importanti di casa nostra) ispirati da un racconto contenuto nel suo primo libro «Saghe mentali» edito da Rizzoli. «Sono molto soddisfatto perché ho trascorso l'ultimo anno in tour e credo che si tratti di uno splendido traguardo - ha detto il cantautore del nostro hip hop -. «Le dimensioni del mio caos» è il progetto più ambizioso di tutta la mia storia artistica e, siccome tendo sempre a rendere tutto più complesso, sul palco non mi limito ad eseguire solo i pezzi recenti, ma compio dei viaggi temporali e quindi lo spettacolo assume sfumature differenti ogni volta». E, così, ad atmosfere elettropop e rock anni Settanta si alterneranno momenti recitati e storie di eroi contemporanei. Un vero e proprio inno alla versatilità. Che è poi il marchio di fabbrica di un artista sempre in prima fila quando si tratta di «frullare» stili, citazioni e rime lontane anni luce da melodie e luoghi comuni triti e ritriti.
«Ascoltando un po' di tutto, non ha senso che mi rinchiuda in un genere solo - ha precisato -. Qualche tempo fa avevo dichiarato "più chitarre meno deejay": sono stato di parola. L'ultimo disco è infatti quasi interamente suonato live».
Altra costante del lavoro di CapaRezza (traducendo dal pugliese: «testa riccia») è il bisogno di mettere in musica la sua visione critica su tematiche scottanti: «Esprimo ciò che sento e che mi sta a cuore comunicare con l'auspicio che il mio senso critico su determinate questioni possa servire a supporto di chi prova a migliorare questa società».

Emblematico, in tal senso, il singolo «Vieni a ballare in Puglia» - contagioso esperimento di contaminazione tra taranta e rap (successivamente abbinato a un video con Albano Carrisi) -, col quale l'istrionico discepolo di Frank Zappa tratta il tema delle morti bianche al Sud: «Nella mia regione abbiamo il triste primato italiano in materia. Chi muore sul lavoro si prende le prime pagine per qualche giorno, poi sparisce nell'anonimato».
Luca Testoni

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