Lusi, Gdf a caccia dei conti della Margherita Bersani cade dalle nuvole: il Pd non sa nulla

Le Fiamme gialle, su ordine della Procura di Roma, hanno chiesto di aver accesso ai conti del partito di Francesco Rutelli, ma sono state bloccate dal personale del Senato perché non sono state rispettate le procedure. Ieri l'ammissione (tardiva) dei revisori dei conti: bilanci truccati dal 2007. Il pd Adinolfi: "Tutti sapevano". Bersani assicura: "Il partito non c’entra nulla e non sa nulla"

Lusi, Gdf a caccia dei conti della Margherita Bersani cade dalle nuvole: il Pd non sa nulla

Lo scandalo che ha coinvolto tutto il centro sinistra non accenna a fermarsi. Oggi le Fiamme gialle hanno chiesto, su ordine della Procura di Roma, l'acesso ai documenti contabili dell'ex Margherita. L'indagine dei giudici capitolini riguarda il senatore Luigi Lusi, l'ex tesoriere della Margherita accusato di aver sottratto tredici milioni di euro al partito di Francesco Rutelli. La richiesta della Procura ha fatto scattare il "caso", perché le Fiamme gialle non erano in possesso dell'autorizzazione necessaria per accedere alla filiale della Bnl interna al Senato. A quel punto il presidente Renato Schifani ha inviato una lettera al presidente della Giunta delle immunità Marco Follini sulla vicenda. Follini ha detto ai giornalisti che "la Giunta non può pronunciarsi su un caso astratto, ma risponde sul merito della documentazione presentata". Il presidente della Giunta ha confermato di "aver ricevuto una lettera da parte del presidente del Senato" al quale risponderà chiarendo che l’organismo "si mette in moto sulla base di documenti ufficiali, atti, richieste".

La Procura di Roma fa luce sull'accaduto spiegando di non aver disposto l’esecuzione dell’atto all’interno del Senato. "Nessuna richiesta di accesso a conti della Filiale della Bnl di Palazzo Madama è stata avanzata alla presidenza del Senato", ha confermato lo stesso Renato Schifani che, appena ha saputo che la Polizia Giudiziaria si era presentata per procedere ad una verifica sui conti senza esibire un provvedimento, ha immediatamente richiesto alla Giunta delle elezioni un parere sulla regolarità di tale procedura. Schifani ha, comunque, ha ribadito la propria disponibilità alla Procura a contribuire con le autorità inquirenti ad un corretto e proficuo svolgimento delle indagini sulla vicenda.

Silenzio assoluto, Lusi non vuole parlare: "Ho fatto un patto con i magistrati per non dire nulla. So di uscirne a pezzi e che i tempi mediatici mi ammazzano, ma io voglio rispettare questo patto". "Provo un grande fastidio - afferma - per il fatto che mi vengano attribuite delle frasi e delle cose che non ho mai detto o mai fatto. Io non ho ammesso nulla, non ho detto nulla. Voglio aspettare che emerga la verità". Ma per far fronte alla restituzione dell'ingente somma sottrata, Lusi ha fatto sapere di essere disponibile dare in pegno le quote della società TTT, proprietaria dell’appartamento di via Monserrato, a Roma, e la villa di Genzano.

Ieri la commissione di Garanzia del Partito Democratico ha votato all'unanimità l'espulsione di Lusi dalle fila dei Democratici. Sempre ieri i revisori dei conti della Margherita, presentandosi spontaneamente in Tribunale, hanno ammesso che dal 2007 risultavano artifici contabili nei conti del partito di centrosinistra. Un silenzio, quello attorno ai bilanci "opachi" della Margherita, che è stato rotto solo ora, quando lo scandalo è esploso su tutti i media nazionali. C'è chi dice che delle malversazioni dell’ex tesoriere della Margherita nel Pd "sapevano tutti". Ma Bersani non ci sta: "Stupidaggini.

Su queste cose non si scherza, di stupidaggini Adinolfi ne ha dette anche altre, le ho messe in mano agli avvocati". In una intervista a Otto e mezzo su La7, il leader del Pd Pier Luigi Bersani ha lanciato un chiaro avvertimento: "Se toccano quel tasto mi trovano: il Pd non c’entra nulla e non sa nulla".

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