Luca Testoni
Scostante, acida e provocatoria. Tre aggettivi che calzano a pennello a Lydia Lunch, classe 1959, la signora della cultura rock alternativa made in Usa, in concerto domani sera al Cox 18 di via Conchetta 18 (ore 23, ingresso 7 euro), accompagnata da Marc Viaplana (chitarra), Terry Edwards (sassofono e tromba) e Ian White (percussioni).
Cantante tutt'altro che convenzionale, chitarrista, ma anche poetessa, attrice e attivista ferocemente anti-conservatrice e contro "l'odioso maschilismo che domina la società contemporanea", l'irrequieta Lunch, originaria di Rochester, nello stato di New York, è sulle scene da oltre un quarto di secolo. Da quando, cioè, alla testa dei sinistri Teenage Jesus & The Jerks, si ritagliò - giovanissima - un ruolo di primo piano nellagitata scena punk rumorista newyorkese di fine anni Settanta, la cosiddetta "no wave".
Una scena contraddistinta da un marcato spirito nichilista, intrisa di rabbia, disagio e solitudine dei giovani metropolitani dell'epoca e da un anarchico senso di rigetto verso il conformismo, di cui fecero parte, tra gli altri, anche Contortions, Mars e i DNA di Arto Lindsay e Ikue Mori, immortalata nel suo momento d'oro dall'onnipresente Brian Eno nell'ormai storica compilation No New York.
Archiviato il primitivismo sonoro dei Teenage Jesus, l'arrabbiata Lunch si è quindi resa protagonista di una carriera solista, all'insegna di un "iperrealismo a tinte fosche" assolutamente fuori dagli schemi, durante la quale ha incrociato le strade di alcuni colleghi eccellenti (guarda caso sempre tutti underground o "maledetti") quali Henry Rollins, Foetus, Nick Cave e Kim Gordon dei Sonic Youth.
Risale a un anno fa Smoke In The Shadows, l'ultimo album di quella che è considerata "l'emblema vivente del carisma negativo del punk", «la prima artista - spingendoci oltre con le definizioni - a basare la propria ricerca attorno alla provocazione sessuale come strumento per amplificare al massimo alienazione e claustrofobia del nostro tempo».
Il risultato del cd è per certi versi sorprendente e vede Lydia Lunch ancora una volta impegnata ad accostare all'inconfondibile stile canoro (paragonato a un "vagito schifato") e alle consuete storie noir al vetriolo (che abbondano di vite disperate, cinismo, violenza e atmosfere decadenti), basi e suoni che trasudano swing e free-jazz, punk e hip-hop.
Genere, quest'ultimo, ultimamente molto apprezzato dall'antieroina di New York: «A mio avviso, l'hip-hop rappresenta una delle pochissime forme musicali valide e rivoluzionarie e che oggi meritano di essere seguite».
Una curiosità: la Lunch ha da poco dato alle stampe il dvd Fueling The Rose Of Fire. Si tratta del documento integrale della performance dal vivo a Barcellona di pochi mesi fa nella stessa formazione a quartetto che sarà domani a Milano.
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