Circa sessanta carcasse di cani annegate in un lago. La macabra scoperta è stata fatta a Marigliano, nel napoletano, paese sul lago di Frezza. Gli animali ritrovati, dopo che alcuni cittadini avevano inviato una segnalazione in merito a Striscia la notizia, sono tutti sprovvisti di microchip, un "accorgimento" che impedisce di identificarea gli animali e quindi di risalire all'identità dei padroni responsabili dell'uccisione dei loro amici a quattro zampe.
Tante le ipotesi al vaglio. Per gli animalisti potrebbe trattarsi di un vero e proprio cimitero illegale per gli animali, "un caso di smaltimento illegale protratto nel tempo di cani soppressi legalmente e poi gettati nel lago per intascarsi i soldi che i proprietari hanno versato per la loro cremazione".
Non si esclude però il coinvolgimento della camorra. Un rito di iniziazione utilizzato dai camorristi, già noto, prevede l'uccisione e lo sgozzamento dei cani come test del coraggio dei nuovi affiliati. Quello trovato nel lago quindi "potrebbe anche essere il cimitero dove sono stati buttati i cani sgozzati dagli affiliati alla camorra".
Una terza ipotesi, secondo l'Aidaa, è quella del "traffico internazionale di animali: cani mandati all’estero ai quali vengono applicati microchip di cani rapiti ed ammazzati proprio con lo scopo di recuperare il microchip".
La Aidaa presenterà lunedì un esposto alla Procura della repubblica di Nola, perché si possa fare chiarezza sul ritrovamento delle carcasse, chiedendo di "indirizzare le indagini in queste tre direzioni, in quanto sono molte le segnalazioni di cani che dal sud ed in particolare dalla Campania partono per l’estero e non è escluso che all’ombra dei viaggi regolari di cani da far adottare in Germania possano esservi traffici di animali destinati alla
vivisezione o destinati al mercato delle razze di lusso che partono dall’Italia del sud verso il nord Italia o il nord Europa dotati di microchip falsi che in realtà appartengono ai cani ritrovati uccisi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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