Macerazioni E se insieme alla carta provassimo a riciclare anche la letteratura?

Come tutti i luoghi comuni, anche quello secondo il quale la maggior parte dei libri sono alberi abbattuti inutilmente contiene la sua parte di verità. Magari non sarà la foresta dell’Amazzonia, ma un bel bosco di betulle sì. Ogni anno in Italia vengono pubblicati circa 60mila titoli, tra novità e ristampe, per un numero di volumi non quantificabile ma nell’ordine di milioni: facciamo 3mila copie in media a titolo, per 60mila titoli, siamo sui 180 milioni di libri. Alcuni senza dubbio essenziali, altri molto importanti, altri ancora abbastanza importanti, molti non necessari, moltissimi del tutto inutili. Carta sprecata. Ne valeva la pena?
Popolo di non-lettori ma di inguaribili grafomani, gli italiani adorano possedere libri, basti pensare all’incredibile successo, durato anni, fino a quando non c’era più spazio disponibile nelle nostre case, delle iniziative editoriali che offrivano come gadget dei quotidiani - o viceversa - ogni genere di libro immaginabile: maestri dell’arte, classici della letteratura, grandi gialli, favole per bambini, saggi di storia antica, medievale, moderna, contemporanea, padri della filosofia, ricettari di cucina, «Meridiani» (!), addirittura - è tutto dire - poesia. Dopo Montale, non rimaneva nient’altro da raschiare, il fondo del barile. E l’onda lunga dei gadget si fermò.
Comunque, agli italiani piace riempirsi la casa di libri, senza appunto sentirsi in dovere di leggerli. L’importante è scriverli, e stamparli. Nel 2010 in Italia l’impiego di carta è stato stimato da Assocarta in 135mila tonnellate. È quanto emerge incrociando i dati Istat, Comieco (il Consorzio nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi) e Assocarta sulla lettura e i quantitativi di carta utilizzati nell’editoria. Ma il dato rassicurante è che sta crescendo sensibilmente il peso della carta riciclata all’interno del sistema di stampa. Insomma, si fanno sempre più libri nuovi ma sempre di più con libri vecchi, mandati al macero. È già qualcosa. A invogliare ulteriormente al risparmio di parole e pagine inutili, applicando il riciclo direttamente alla letteratura, è un nuovo e benemerito concorso letterario dal titolo Riciclare? Un classico! voluto da Comieco per sensibilizzare gli italiani sull’importanza delle buone pratiche di raccolta e di riciclo della carta. Il progetto nasce con la collaborazione della casa editrice minimum fax, e coinvolge alcuni nomi importanti della nostra narrativa - Diego De Silva, Paolo Giordano e Francesco Piccolo - ai quali è stato richiesto di riscrivere l’incipit di altrettanti capolavori della letteratura contemporanea - Sabato sera, domenica mattina di Alan Sillitoe, Revolutionary Road di Richard Yates e Il Migliore di Bernard Malamud, tutte giustamente gemme di minimum fax - sulla base di un’idea semplice, per quanto azzardata: «Così come la carta può rinascere attraverso il riciclo, anche un classico della letteratura può essere riciclato e prendere nuova forma». Speriamo serva a rilanciare la creatività dei nostri scrittori già affermati e magari a scoprirne di nuovi (se siete tra questi andate su www.comieco.org).

Anche se a fronte del numero impressionante di libri inutili e carta sprecata, la cosa migliore da fare, ovviamente, sarebbe concentrarsi sulla lettura. Condendosi di raro alla scrittura.
Nelle nostre case ci sarebbe molto più spazio e l’Amazzonia, particolare non trascurabile, sarebbe più rigogliosa.

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