Maggioranza ingovernabile, il sindaco si dimette

Stefano Vladovich

«Un territorio difficile, una maggioranza ingovernabile». Il sindaco di Ardea, Carlo Eufemi, si dimette. Ieri mattina la decisione durante un acceso consiglio comunale in cui il primo cittadino ha mostrato la lettera con cui rassegna il proprio incarico. Due anni e poco più di mandato per la maggioranza di centro destra seguita all’amministrazione della forzista Roberta Ucci, sfiduciata nel 2003 dalla stessa maggioranza. Dopo Pomezia, in meno di un anno è la seconda amministrazione del litorale pontino costretta ad abbandonare l’incarico di governo per «incompatibilità» con i compagni di coalizione.
«Un territorio difficile - spiega lo stesso Eufemi - pieno di problemi da risolvere e in cui, in assenza di compattezza politica, non si può andare avanti». Di fatto il sindaco promette di spiegare alla cittadinanza, domani pomeriggio in piazza della Rocca, il sindaco spiegherà ai cittadini ogni particolare di una scelta sofferta ma necessaria. «Non mi farò tirare per la giacchetta da nessuno - replica Eufemi -, in questi due anni hanno cercato di bloccare il lavoro di questa amministrazione. Spesso, paradossalmente, sono riuscito a governare grazie all’appoggio dell’opposizione. Mentre i consiglieri di maggioranza facevano a gara per far saltare il numero legale». Assenteismo a tutto spiano, dunque, il ricatto di molti per ottenere «qualcosa» dalla giunta. E in un clima del genere Eufemi sceglie di lasciare la fiducia ottenuta dalla popolazione.
E a chi pensa che le dimissioni sono conseguenti alle inchieste aperte e alle commissioni di indagine sull’attività comunale Eufemi ribatte: «Niente di tutto questo. Mi dimetto per problemi con la mia maggioranza. Indagini e rinvii a giudizio sono relativi a fatti passati, non riguardano la mia amministrazione. Sono due anni, da quando sono stato eletto, che convivo con perquisizioni e sequestri di documenti da parte degli inquirenti. L’ho fatto sempre con serenità perché nessuno di quei fatti erano avvenuti durante il mio governo. Prefetto e Procura hanno avviato una commissione d’inchiesta per stabilire se nell’amministrazione di Ardea ci siano infiltrazioni di stampo mafioso? Bene, abbiamo aperto le porte dei nostri archivi. Quello che hanno fatto in passato i nostri predecessori non ci riguarda. Noi siamo puliti. Per questo ho deciso di lasciare il mandato, non mi voglio piegare a ricatti politici.
Bombe carta, proiettili recapitati a consiglieri comunali, gatti impiccati sui cancelli di casa, amministratori accoltellati, auto in fiamme, lettere intimidatorie, appalti truccati, truffe e lo scandalo dei cadaveri gettati nelle discariche che ha sconvolto la città nell’estate 2002. L’autonomia da Pomezia conquistata dai 30mila abitanti solo nel 1970, Ardea arroccata sulle rovine tanto cara a Giacomo Manzù, patria adottiva del superboss italoamericano Frank Coppola «tre dita», ancora una volta è protagonista di fatti inquietanti. A poche settimane dall’insediamento della nuova giunta guidata da Eufemi, la Dda, la direzione distrettuale antimafia, apre un’inchiesta. Chi vuole mettere a tacere il consigliere azzurro Luca Fanco, protagonista di un intervento al vetriolo in consiglio sulla verifica dei precedenti penali degli amministratori, dipendenti e consulenti comunali e sui pagamenti dei tributi dovuti dagli stessi e dai loro congiunti? La risposta arriva puntuale, a forma di proiettili calibro 22. Infiltrazioni da brivido, latitanti eccellenti e un inquinamento che non risparmia neppure l’acqua minerale.

Liquami scaricati in mare, spazzatura nei terreni coltivati. E secondo Legambiente dei 610 illeciti edilizi nella provincia di Roma, dopo Fiumicino segue Ardea dove sono stati realizzati 320mila metri cubi a fronte di un Prg che ne prevedeva 250mila.

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