Nordio risponde all'Anm: "Non ci sono toghe sgradite, ma no a slogan folclorisitici"

Il ministro della Giustizia risponde alle accuse dell'Anm: "Da loro mi aspetto argomentazioni, non slogan folclorisitici". Poi precisa: "Spero non esistano, per i magistrati, politici sgraditi"

Nordio risponde all'Anm: "Non ci sono toghe sgradite, ma no a slogan folclorisitici"
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Le invasioni di campo della magistratura nelle faccende politiche quotidiane, l’interventismo giudiziario in materia di contrasto all’immigrazione irregolare. E ancora: le parole ambigue dell’Anm sul governo, gli interventi a gamba tesa di Elon Musk e le ultime manifestazioni violente targate antagonisti di sinistra. Incalzato dal Corriere della Sera, il ministro della Giustizia Carlo Nordio fa una panoramica a 360 gradi dell’aria viziata che, negli ultimi giorni, si respira politicamente in Italia.

In primis, ovviamente, sul trentennale complicato rapporto tra giudici e politici. Nelle ultime settimane aggravato da numerosi fuor d’opera da parte della magistratura e ulteriormente destabilizzato dalle stoccate di alcuni giudici nei confronti della premier Giorgia Meloni. L’Associazione nazionale dei magistrati, dal canto suo, continua a denunciare una presunta torsione volta ad assoggettare i giudici alla politica. Una narrazione smontata in piccoli pezzi da Nordio: “No – esordisce il ministro – e non capisco da dove traggano questa convinzione. Mi attendo argomentazioni logiche, non slogan folcloristici”. Poi precisa: “Il presidente Mattarella si è più volte espresso sui limiti del cosiddetto protagonismo dei giudici. La partecipazione deve essere contenuta in quei limiti”.

I giudici, quindi, sono liberissimi di manifestare ma questo non toglie che “se un giudice definisce pericoloso il presidente del Consiglio, la credibilità sua, e di chi lo difende, cade a zero”. Il riferimento è alle parole di Marco Patarnello che, in un messaggio inviato a una maining list di colleghi, spiegava che Meloni“non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte“. Ma tutto ciò la rende “anche molto più pericolosa"

Stabilita l’incongruenza del “diritto all’insulto” nei confronti del primo ministro italiano, Nordio ribadisce: “Io continuo a predicare e ad auspicare un dialogo franco e fruttuoso con la magistratura di cui mi sento ancora di fare parte. Non esistono magistrati sgraditi. Come spero non esistano, per i magistrati, politici sgraditi”. Tutt’altro discorso è l’interventismo di una parte della magistratura volto a smontare qualsiasi decreto governativo in materia di immigrazione irregolare. I primi ricorso contro la decisione del Tribunale di Bologna che negava la teroia dei Paesi sicuri posta dall’esecutivo“sono già stati depositati e la Cassazione si pronuncerà a dicembre”. “Come ha detto Santalucia – continua - se i provvedimenti si ritengono sbagliati, si possono impugnare. Lo stiamo facendo”.

Altrettanto chiara è la posizione di Nordio nel merito dell’ultima uscita anti-giudici dal patron di Tesla Elon Musk. Secondo il ministro, le dichiarazioni del nuovo braccio destro del tycoon Donald Trump, sono le parole di un “privato cittadino”. “Anche molti nostri politici si espressero in modo severo contro la Corte Suprema americana. Se e quando avrà incarichi istituzionali, deciderà se sia più utile adeguare il linguaggio al suo nuovo ruolo”, precisa Nordio.

Molto più tangibile, e allo stesso tempo preoccupante, è invece la violenza rossa che si vede nelle piazze italiane. “Ho visto nascere il terrorismo anni 70. E per tre anni ho condotto l’indagine sulla colonna veneta delle Br”, spiega Nordio con dovizia di particolari. Poi conclude: “La situazione politica di allora non è ripetibile. Ma il terrorismo può assumere volti nuovi, anche senza una ideologia definita. È vero che non tutte le violenze di piazza degenerano nel terrorismo.

Ma è anche vero che tutto il terrorismo nasce dalle violenze di piazza e dalla mancanza di una repressione immediata ed efficace. Per questo auspico indagini e giudizi e, in caso di colpevolezza conclamata, pene adeguate”.

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