Il caso Almasri? È solo uno show

La decisione di rimpatriare Almasri, dettata da urgenti ragioni di sicurezza, è stata pienamente legittima e pure responsabile

Il caso Almasri? È solo uno show
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Egregio dottor Feltri,
non è un segreto la ruggine tra Mantovano e Lo Voi a proposito dei viaggi Roma-Palermo-Roma. Di certo, facendo peccato, non sfugge il coinvolgimento di Mantovano nell'«affaire Almasri»: che ci sia di mezzo il volo di Stato? E allora mi chiedo e Le chiedo: se per ipotesi l'Italia avesse dato esecuzione al mandato di cattura della CPI, con quale mezzo il soggetto avrebbe dovuto essere condotto a Bruxelles? Treno, taxi, pullman? O volo di Stato? Grazie. Buon lavoro e continui così.

Stefano Passeri

Caro Stefano,
mi sono già espresso ampiamente su questo punto: la decisione di rimpatriare Almasri, dettata da urgenti ragioni di sicurezza, è stata pienamente legittima e pure responsabile. Io non posso sapere, e nessuno di noi può affermare, che Lo Voi abbia iscritto nel registro degli indagati mezzo governo poiché mosso da una sorta di personalistico risentimento essendo in essere un contenzioso tra Lo Voi e Mantovano per il taglio dei voli di Stato dei quali il magistrato usufruiva per tornare nella sua terra natale e da questa alla capitale. È un fatto tuttavia che tale iscrizione non sia stata un atto dovuto, sebbene Lo Voi ci abbia raccontato questo. Egli non è stato mica costretto dalle procedure a compiere questa azione, che è stata ponderata, volontaria e deliberata, non obbligata. Io ritengo che ci sia di fondo una incompatibilità che rende addirittura illegittimo l'atto di iscrizione nel registro degli indagati di alcuni ministri, tra cui la premier, nonché del sottosegretario Mantovano da parte di Lo Voi. E tale vizio risiede nella circostanza che, come ho poc'anzi sottolineato, ci sia in essere un contenzioso tra Lo Voi e il governo. Questo avrebbe forse dovuto indurre il magistrato, per una questione di correttezza istituzionale, a passare la palla, anziché assumere la condotta di cui discutiamo da giorni. Trovo poi alquanto curioso che tutta la faccenda ruoti intorno ad un volo di Stato. Lo Voi ritiene che il governo glieli abbia ingiustamente tagliati codesti voli e, allo stesso tempo, rimprovera all'esecutivo di avere adoperato il volo di Stato per un criminale, ossia per rimpatriarlo. I maligni potrebbero vedere in tutto questo una sorta di risentimento di Lo Voi, una ripicca, e del resto questa è l'impressione dell'opinione pubblica, inutile girarci intorno. Tuttavia noi non vogliamo essere maligni, dunque pensiamo semplicemente che si tratti di una coincidenza incredibile, di una sorta di scherzo del destino. Non possiamo anche noi credere che la scelta di iscrivere nel registro degli indagati Mantovano e altri sia stata determinata da così meschine e personali motivazioni. Pensiamo quindi che si sia trattato di un errore di Lo Voi. E perché dico errore? Ebbene, è molto semplice: se fornire il volo di Stato ad un magistrato per tornare in Sicilia da Roma e viceversa non configura da parte del governo il reato di peculato, perché mai usare il volo di Stato per rimpatriare un pericoloso delinquente che costituisce una minaccia per la sicurezza collettiva dovrebbe porre in essere il delitto di peculato? Non possiamo mica assumere che la sicurezza di Lo Voi o la sua comodità siano più importanti della sicurezza collettiva.

Forse su questo Lo Voi ha poco riflettuto. Nessun problema. Noi confidiamo nella Giustizia e sappiamo che tutta questa polemica non è stata che uno show, l'ennesimo, non destinato a produrre conseguenze giudiziarie, dato che mancano i presupposti.

È stata fatta un po' di caciara.

Ma che dispiacere è constatare che certi strumenti posti al servizio del cittadino e del bene comune servano soltanto per fare un po' di rumore. Ecco, questo, in uno Stato serio, non dovrebbe proprio accadere.

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