Dossier, i mandanti occulti di Striano

Gli sms del finanziere ai cronisti del Fatto: "Gli input mi arrivano da fonti esterne"

Dossier, i mandanti occulti di Striano
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C'è un passaggio nelle carte dell'inchiesta della Procura di Perugia sul presunto dossieraggio che vede indagati l'ex magistrato della Dna Antonio Laudati e il finanziere Pasquale Striano, che riporta alcuni messaggi scambiati da Striano con alcuni giornalisti dopo la notizia dell'indagine. In uno di questi, oltre a confidare il suo stato d'animo, «non è un bel momento, sto cercando di reggere ma se continuo così non ce la faccio più», sembrerebbe anche rivelare anche il modus operandi dei presunti accessi abusivi alle banche dati riservate che gli contesta il procuratore Raffaele Cantone. Per i pm Striano sarebbe non solo l'autore di «migliaia di accessi abusivi», ma avrebbe trasmesso poi molti dei dati acquisiti «ai giornalisti». I magistrati stanno cercando di verificare tutti i mandanti esterni dietro i documenti cercati e consultati da Striano in modo illegittimo. E lui in una delle chat con un cronista del Fatto con cui ha confidenza, sembra spiegare che tutti gli input delle ricerche sulle banche dati della Dna e non solo, arrivavano dall'esterno, non dall'interno della struttura: «Ricordati che gli input vengono sempre da fonti esterne, non... e poi passa per l'ordine interno, capito?», dice il tenente in un messaggio vocale inviato al cronista nel marzo 2024, appena esplosa la bomba sui giornali. Si riferisce agli input delle presunte ricerche abusive? Di fatto sembra escludere un coinvolgimento di Laudati, che è indagato ma i pm gli contestano pochi episodi di accessi abusivi a cui lui si dice comunque estraneo.

Striano nel messaggio continua lo sfogo, si dice «stanco» di tutte le ricostruzioni e le «strumentalizzazioni» sulla stampa: «Diciamo una parola e tutto viene strumentalizzato, così mi costringete veramente a chiudere proprio tutto, aspettare quando sarà e me ne vado a cantare davanti alle sedi opportune». E poi una riflessione sui metodi di Cantone, che «non sono stati belli». Ma comunque «se emergerà qualcosa lo faremo emergere più avanti», dice il finanziere. Nelle carte emerge anche l'interlocuzione di Striano con un uomo dei servizi di sicurezza, a cui il tenente avrebbe fornito informazioni. Un soggetto finito nel registro degli indagati ma che, spiegano fonti di governo, non avrebbe incarichi operativi all'interno dell'Aise - l'Agenzia per la sicurezza esterna - e non li avrebbe avuti neanche in passato. Fonti spiegano che lo 007 si sarebbe mosso autonomamente, sfruttando una conoscenza pregressa con il finanziere, per ottenere informazioni. Ma a non avrebbe avuto alcun ruolo nella diffusione della notizia, pubblicata dal quotidiano Domani, del concorso per entrare all'Aise a cui aveva partecipato la moglie del ministro della Difesa Crosetto. Tra le comunicazioni estrapolate, ci sono anche quelle tra Striano e il presunto 007. Ecco un messaggio inviato dal finanziere il 17 marzo del 2022. «Se vuoi ti posso mandare un file che nessuno ha, neanche in finanza, dove ci sono le 500 imprese italiane rette dai russi», scrive, aggiungendo: «ci sarebbe da fare un lavorone ma io non riesco». L'uomo che per i pm di Perugia graviterebbe nell'ambito dei servizi risponde: «magari».

Tutto il fascicolo è stato depositato da Cantone in commissione Antimafia, che a breve potrebbe convocare nuove audizioni, tra cui quella di Laudati. Mercoledì se ne discuterà nell'ambito dell'ufficio di presidenza, e non si esclude che possa già essere calendarizzata la prossima convocazione.

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