Canis canem non est. Cane non mangia cane. Un adagio ormai insito nella storia della casta della magistratura. E così non stupisce il Csm abbia "salvato" due toghe che erano state condannate in via definitiva a fine gennaio scorso - rispettivamente a sei mesi e quattro mesi di reclusione - per violenza privata ai danni di alcuni testimoni. Si tratta di Michele Ruggiero e Alessandro Donato Pesce, fino a ieri in servizio presso la procura di Bari come sostituti procuratori della Repubblica. E già era anomalo che il Csm li facesse lavorare e li abbia fatto lavorare per mesi nonostante un fardello non da poco. Già, perché i due pm, quando erano in servizio alla procura di Trani, avevano minacciato, intimidito ed esercitato violenze verbali nei confronti di alcuni testimoni per costringerli a dichiarare il falso.
Ecco alcune frasi delle minacce pronunciate dai due magistrati: "Stai attento a quello che dici", "io le cose le so già e te ne andrai in carcere pure tu", "ti sto sottoponendo a questa specie di chiacchierata interrogatorio che verrà tutta fono registrata per darti la possibilità di salvarti", "tu mo ti puoi alzare, te ne vai e poi ci vedremo tra un mesetto però in una diversa posizione, tu dietro le sbarre e io da un'altra parte...non ti sto impaurendo...ti sto dicendo quello che succederà perché noi sappiamo", "Dal carcere c’è una visuale sul mare stupenda e secondo me a lei col problema che c’ha le fa pure bene".
Nonostante la procura generale della Cassazione avesse chiesto la radiazione, la sezione disciplinare del Csm ha optato per una sospensione di due anni per Ruggiero e di qualche mese in meno per Pesce. Dopo la pausa forzata, però, i due torneranno a lavorare come magistrati civili a Torino. La notizia del loro arrivo negli ambienti istituzionali e giudiziari sabaudi non è stata presa proprio con felicità, anzi. Ma da qui a due anni può succedere di tutto. Anche che Ruggiero venga condannato in un altro processo. Infatti, il primo giugno si celebrerà davanti al Tribunale di Lecce la prima udienza a suo carico per il reato di falso ideologico: l'accusa è di aver falsificato alcuni verbali ai danni dell allora vice sindaco Giuseppe Di Marzio. Al netto di come vada a finire, è indubbio che i due magistrati siano stati graziati dal Csm soprattutto se si pensa che qualunque altra categoria di pubblici ufficiali e non solo in caso di condanna definitiva subiscono sempre una radiazione o licenziamento. I magistrati invece possono caversela, proprio come Ruggiero e Pesce. Nella speranza che non facciano altri danni. Di danni Ruggiero non ne ha fatti pochi per la verità: dalle inchieste flop contro le agenzie di rating passando per quelle contro Deutsche Bank e sulla correlazione tra autismo e vaccini. Canis canem non est. Senza considerare poi le accuse infamanti mosse contro l'allora sindaco di Trani Luigi Riserbato, arrestato per associazione a delinquere e altre tre capi d'accusa e poi dopo otto anni assolto perché il fatto non sussiste. Errori gravi di cui hanno fatto le spese gli innocenti e i contribuenti italiani. Perché i magistrati non pagano mai.
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