Il ministero della Giustizia ha avviato un procedimento disciplinare contro i giudici della Corte d'Appello di Milano, incolpandoli di "grave e inescusabile negligenza" per aver concesso il 25 novembre 2022 gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico al 40enne imprenditore russo Artem Uss, poi evaso. Il ministro Carlo Nordio addebita ai tre giudici di aver deciso i domiciliari "senza prendere in considerazione" circostanze che, indicate nel parere della Procura generale di Milano, contraria ai domiciliari, avrebbero potuto portare a disporre il carcere.
L'azione di Nordio non piace ai magistrati associati e ai loro sindacati e correnti, che subito si scatenano contro il ministro. Per il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati Giuseppe Santalucia si è di fronte a un'azione disciplinare suggerita da ragioni politiche e anche da un tentativo di spostare l'attenzione sulla giurisdizione rispetto a eventuali responsabilità dell'apparato ministeriale nella gestione di questa vicenda. "Per fare questo- dice il presidente Anm- si interferisce gravemente nel principio di indipendenza della magistratura. Una regola fondamentale della materia disciplinare, immediata traduzione del principio della separazione dei poteri, è che il ministro e il Consiglio superiore della magistratura non possono sindacare 'l'attività di interpretazione di norme di diritto e quella valutazione del fatto e delle prove. Sarebbe assai grave - conclude Santalucia- se questo limite, argine a tutela della autonomia e della indipendenza della giurisdizione, fosse stato superato. Mi auguro, ovviamente, che così non sia".
All'assemblea straordinaria indetta dalla giunta milanese dell'Associazione, Santalucia ha detto: "Stiamo lavorando a un documento per esprimere forte preoccupazione di tutta la magistratura nei confronti di un intervento che rappresenta uno scivolone istituzionale che si poteva evitare". All'assemblea, che si sta tenendo in aula magna, sono presenti molti magistrati del distretto, tra i quali, in prima fila i vertici degli uffici, come la procuratrice generale Francesca Nanni. Tra i volti noti anche l'ex procuratore Armando Spataro che ha ribadito, prima dell'inizio dell'incontro, che "il codice disciplinare non prevede la possibilità di incolpazione per la valutazione dei fatti e delle prove". All'iniziativa di Milano hanno aderito anche le giunte di Piemonte e Val d'Aosta.
Anche Eugenio Albamonte, segretario di Area democratica per la Giustizia: "La legislazione, introdotta peraltro da Castelli, un ministro non certo tenero con la magistratura, prevede che non è possibile in sede disciplinare sindacare il merito dei provvedimenti giudiziari, quello che qui si vuole fare", ricorda il leader delle toghe progressiste, che suggerisce poi un altro aspetto di riflessione "sull'uso della custodia cautelare: da una parte si spinge verso la sua riduzione, poi però se non la applichi e succede qualcosa sei chiamato a risponderne. E' la filosofia di fondo sottesa a questa iniziativa che è distorsiva", denuncia. "Questo stupisce soprattutto da un ministro che è un ex magistrato che si professa liberale: il principio di separazione dei poteri e di non interferenza è il pensiero liberale, che si costruisce intorno a questo dogma inviolabile che però poi, a quanto sembra, per opportunità politica si è disposti a violare", conclude Albamonte.
Non potevano mancare i giudici di sinistra sinistra: "Non è prerogativa del ministro entrare nel merito di una decisione pacificamente inserita nei binari della fisiologia giudiziaria, e anzi pregevolmente motivata nel segno del bilanciamento tra esigenze cautelari e principi di garanzia"- scrive Magistratura Democratica in un lungo documento- Piuttosto, se il ministero volesse interessarsi di questa vicenda restando nei limiti delle proprie funzioni, farebbe bene a chiedersi che cosa non ha funzionato nel meccanismo di controllo elettronico, la cui applicazione è proprio funzionale a impedire l'evasione del detenuto" .
Per Magistratura democratica è "gravissima" l'iniziativa del ministro Nordio nei confronti dei giudici del caso Uss.Usare la "leva del disciplinare per "operare pericolosi condizionamenti " dei giudici "rende i cittadini più esposti ed indifesi, costituendo, una sostanziale aggressione alle libertà costituzionali fondamentali". Md auspica che "tutta la comunità giuridica riconosca la gravità del momento e reagisca compatta: Sotto attacco non ci sono solo i giudici di Milano, ma la libertà e l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla giustizia”.
A questo punto non poteva mancare Elly Schlein: "Abbiamo già chiesto una informativa urgente a
Nordio, ci è parsa grave l'evasione di Uss ma anche imbarazzante lo scaricabarile del governo. Nordio faccia chiarezza e trasparenza su quello che è accaduto. Hanno detto di essere pronti a riferire, lo aspettiamo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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