"La valutazione dei Paesi sicuri spetta ai ministri". È questo, in estrema sintesi il significato delle motivazioni depositate dalla prima sezione Civile della Corte di Cassazione, in quella che viene definita una "ordinanza interlocutoria", in merito ai ricorsi che sono stati presentati dal governo contro le mancate convalide dei giudici per i trattenimenti nei centri in Albania. "Il giudice della convalida, garante, nell'esame del singolo caso, nell'effettività del diritto fondamentale alla libertà personale, non si sostituisce nella valutazione che spetta, in generale, solo al ministero degli Affari esteri e agli altri ministri che intervengono in sede di concerto", si legge nella sentenza. Tuttavia, la Suprema Corte ancora una volta ha scelto di non decidere e ha rinviato tutto alla Corte di giustizia europea al fine di chiedere un'interpretazione definitiva sul tema dei Paesi sicuri di origine.
"Queste motivazioni confermano integralmente quanto diciamo dal primo momento: spetta agli Stati membri la designazione dei Paesi sicuri", spiega Sara Kelany, responsabile del Dipartimento immigrazione e deputata di Fratelli d'Italia. "La Suprema Corte dà ragione al governo Meloni: gli Stati indicano i Paesi sicuri e i giudici decidono i casi concreti sulla base delle circostanze oggettive e personali che i singoli migranti allegano per chiedere la protezione internazionale", prosegue l'onorevole, sottolineando che "non poteva che essere così, a rischio di rendere totalmente inapplicabili le stesse direttive europee, che questo governo, nel porre in essere le modifiche normative, ha pienamente rispettato". Oggi, dice Kelany rivolgendosi a quanti l'hanno negato per tutti questi mesi, "si avrà oggi il coraggio di ammettere che le decisioni di alcuni magistrati italiani sono state frutto di preconcetti ideologici e sostanzialmente dei manifesti politici contro le politiche migratorie del governo?".
Il presidente dei senatori di Fratelli d'Italia, Lucio Malan, riassume il tutto sottolineando che "le decisioni del tribunale di Roma sui migranti fatti rientrare dall'Albania erano sbagliate e soprattutto, come avevamo detto, nel caso specifico il governo aveva ragione". L'esame della singola fattispecie, come sarebbe già dovuto essere, spetta al magistrato, che "però non può arrogarsi la facoltà di stabilire quali siano i Paesi sicuri e quali no". A tal proposito, conclude Malan, "l'auspicio è che adesso le tantissime falsità siano messe da parte e che si possa continuare lungo la strada che il presidente Meloni e che questo governo hanno tracciato: riportare l'immigrazione alle regole della legge e combattere trafficanti e scafisti".
La Cassazione, aggiunge l'onorevole Delmastro, "pone una pietra tombale sulle speranze immigrazioniste della sinistra italiana: la lista della definizione dei Paesi Sicuri spetta al Governo, così come le politiche migratorie. Il modello Albania, studiato e apprezzato in tutta Europa e contrastato solo dalla sinistra italiana, è pienamente legittimo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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