Un secolo di storia italiana (1906-2006) accompagna i manifesti dun famoso purgante che sono in mostra in una nuova sede delluniversità Cattolica, via Nirone 15, fino all8 marzo. Il «purgante» in parola è la Magnesia San Pellegrino, nata da una ricerca casalinga (il solito farmacista) e affidata subito ai maestri della pubblicità, che allora si chiamava réclame. Questi cartelloni, artisticamente di buona fattura, sono ricchi di estrose invenzioni. La prima, la più scontata, garantisce che si tratta del «migliore purgante del mondo». Altre che possiede tre «virtù mirabili»: purga, rinfresca, disinfetta. Ma bisogna arrivare agli anni 20 (quando il suo inventore vende il marchio al commendator Enzo Granelli, già proprietario della San Pellegrino) per entrare nel vivo duna martellante campagna di seduzione che coinvolge le famiglie. È decisamente patetica la rassicurazione rivolta a una signora (1930): «Se vostro marito è nervoso, compatitelo. Nel 90 per cento dei casi dipende dal cattivo funzionamento dellintestino». Rafforza il concetto un altro cartellone (1931): «Il nervosismo e lavvilimento sono le caratteristiche degli stitici». Molta attenzione è rivolta alle donne, spesso stilizzate sempre eleganti. La loro approvazione è ritenuta indispensabile. La loro bellezza, afferma un cartellone del 1932, è garantita «da un cucchiaio di magnesia San Pellegrino ogni mattino».
Non manca il coinvolgimento delle istituzioni: gli ufficiali dovrebbero avvicinarsi a quel prodotto «prima delle cavalcate» e i marinai «prima di varcare gli oceani». Anche Dante, proprio lui, il sommo poeta, diventa un laudatore di questa magnesia. Prima, riprendendo un verso della Divina Commedia, afferma «sta come torre ferma che non crolla».
Cambia il mondo, cambia la comunicazione. Il purgante è lo stesso, ma i suoi messaggi non mordono più.
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