«Mamma ti svelo un segreto: scio sempre a ritmo di musica»

Ho sempre avuto grande ammirazione per i giornalisti capaci di mettere a nudo i personaggi che intervistano, ma stavolta sono riuscita anch'io nell'impresa, nel vero senso della parola: per riuscire a parlare con mia figlia ho infatti dovuto aspettare che si facesse la doccia, lei dentro, io fuori seduta su uno sgabello con il computer sulle ginocchia. Nei due giorni che ha passato a casa per le feste di Natale è stato quello il suo unico momento di inattività.
La prima domanda è proprio sul Natale: avevi espresso il desiderio di trovare qualche sorpresa sotto l'albero dopo la delusione dello scorso anno (zero regali, erano arrivati tutti in anticipo), è andata meglio?
«Benissimo! Ho trovato tanti pacchi che non mi aspettavo, fra cui quello di Davide (suo fratello), quel tirchione che mi ha comprato un riproduttore per l'ipod che fa anche da sveglia: è la prima cosa che ho messo in valigia».
Perché stai rifiutando tutti gli inviti per Capodanno?
«Perché l'anno scorso, dopo aver tirato tardi sotto l'acqua a Chamonix ed essermi ammalata e aver perso gare importanti per quella stupidaggine, ho fatto una promessa a me stessa: mai più. Mi sembra un segno di maturità, no? Ah, guarda che il 31 sarò fuori a cena, ma torno presto».
Perché non hai il fidanzato?
«Perché no».
So che non ti piace allenarti in palestra...
«Odio stare al chiuso a fare movimenti ripetitivi, il tempo non passa mai, è una vera rottura. Spero di poter sempre trovare un'alternativa, in palestra andrò il minimo indispensabile».
Parli spesso di sci uguale divertimento: ma che mi dici delle levatacce alle sei del mattino, dei meno venti gradi, degli sci pesantissimi e dello zaino enorme in spalla, dei viaggi eterni, carica e scarica pulmini…
«In ogni cosa ci sono pro e contro, certe rotture fanno parte dello sci, non si possono eliminare, ma i pro sono più dei contro. Ad esempio, al mattino fatico molto ad alzarmi, ma il pensiero di andare a sciare mi dà la forza per muovermi. Se poi c'è una gara scatto come una molla».
Canti sempre mentre scendi?
«Non più, le piste di coppa del mondo richiedono maggiore concentrazione, ma di solito prima del via ascolto musica adatta al tipo di tracciato, mi immagino in gara e poi mentre scendo cerco di sciare al ritmo di quella musica».
Oggi nel gigante di Lienz partirai per la prima volta fra le migliori 15. Cosa cambia?
«Cambia la pista se la neve non è in condizioni perfette, e cambia anche l'approccio mentale: partirò più convinta, pensando che i risultati fatti finora non sono stati un caso e che posso davvero essere a livello delle migliori, quelle che finora vedevo arrivare al bar a gara finita, mentre io dovevo ancora partire!».
Perché in gara vai sempre a tutta col rischio di cadere?
«È il mio modo di essere, bianco o nero, dentro o fuori, in gara sempre a stecca manetta, voglio vincere e non mi accontento di arrivare seconda. E poi perché credo sia l'unico modo per andare forte e probabilmente anche perché non mi sono ancora fatta male, cosa che può succedere, però non ci penso. Chi ha paura di farsi male non deve fare lo sciatore agonista. Gli infortuni degli altri mi rattristano perché mi metto nei loro panni, ma io vado avanti».
Ma sei veramente cuor contento, ti va sempre bene tutto?
«No, non sopporto stare dietro alla gente che cammina e guida piano, se capita divento una belva! Poi mi arrabbio quando in allenamento vado male e non riesco a fare quello che vorrei. Infine, ma in questo sto migliorando, patisco mio fratello Davide che è più bravo di me in tutto, sci compreso, anche se ha tre anni di meno. È l'unica persona per cui ho provato gelosia, in casa è sempre stato il mio rivale, fra noi è una sfida continua; lui poi è ancora più competitivo di me e quando mi batte me lo fa notare in mille modi. Quando capita di allenarci assieme mi impegno al 200%, perché sugli sci guai a prenderle! Ma è un uomo e presto dovrò accettare anche questo».
La tua giornata ideale, in inverno e in estate.
«Inverno: sciare al sole con gli amici dello sci club a Courmayeur, bere una cioccolata con panna in un rifugio, se poi c'è anche una gara e la vinco tanto meglio! Estate: Sardegna, scoglio del Fico davanti all'isola di Tavolara, tuffi dal punto più alto che trovo. Oppure il bagno fra le onde o una gita alla scoperta di posti mai visti».
La domanda che non devo farti?
«Ma tu andrai alle Olimpiadi? E cosa pensi di fare alle Olimpiadi? A Vancouver penserò solo se e quando avrò la certezza di esserci».


E la domanda che ti devo fare?
«Tanti si chiedono come faccio a ridere e scherzare fino a un attimo prima del via della gara: la risposta è che in quei momenti sono davvero felice, la gara per me è divertimento e gioia, è lo scopo di tutto. Scendere su una pista chiusa, libera solo per me, al massimo della velocità… è troppo bello!».

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