Gian Piero Scevola
Dimenticare Palermo, questo limperativo categorico di Roberto Mancini che ha tirato un bel sospiro di sollievo dopo la vittoria di Champions in Slovacchia. «Se io non avessi commesso qualche errore, la squadra si sarebbe comportata molto meglio», ammette il tecnico nerazzurro. «Ma questa squadra ha una fisionomia ben precisa, con le sue qualità e le sue caratteristiche e una giornata particolare può capitare». E dal 2-3 di Palermo Mancini cerca di trovare un punto da cui ripartire con ottimismo: «Può essere anche positivo che una giornata del genere sia capitata alla seconda giornata, ma non credo che la squadra possa subire delle conseguenze».
Oggi contro il Lecce il tecnico jesino farà turnover: rientrano Ze Maria e Favalli sulle fasce; uno tra Veron (pupillo di Mancini) e Pizarro, con a fianco il faticatore Cambiasso, mentre con Adriano ci sarà Recoba. «Abbiamo bisogno di intraprendere un buon passo di marcia», continua Mancini, «Potrò cambiare qualcuno di volta in volta, ma vedremo strada facendo. E visto che cè un tormentone Veron-Pizarro, i due possono giocare insieme anche in posizioni differenti da quelle che solitamente occupano». Inevitabile un commento su Roberto Baggio: «Considerato quello che ha dato al calcio è logico che Baggio rientri in questo mondo, a meno che non voglia andare a caccia tutta la vita... Il calcio non può fare a meno di lui, ma non posso dargli consigli. Dovrà decidere lui cosa fare, ha esperienza e qualità per diversi ruoli. Per allenare dovrà fare una lunga trafila e prendere tutti i tesserini. Comunque è giusto che rientri».
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