Il profilo basso, una manciata di parole ben calibrate e una bocciatura netta a quel Romano Prodi che la base grillina vorrebbe tanto mandare al Quirinale. Raggiunto il centro congressi della Gam di Torino per partecipare all’incontro promosso da Confapri, l’associazione fondata dagli imprenditori Arturo Artom e Massimo Colomban, Gianroberto Casaleggio chiude categoricamente ai candidati che sono approdati al secondo turno delle Quirinarie. "Il presidente della Repubblica deve essere super partes, possibilmente non politico, che rappresenti tutti gli italiani", ha spiegato la "mente" del Movimento 5 Stelle che è approdato nella Detroit italiana non tanto per parlare di politica ma per spiegare i punti della Grillonomics al gotha dell'impresa piemontese.
Poche parole, per di più dette di sfuggita e sottovoce. Prima di incontrare gli imprenditori, Casaleggio si è fermato a parlare con i giornalisti. Un evento già di per sé degno di nota dal momento che le comparsate pubbliche del guru non sono poi così tante. Poche battute, appunto, ma politicamente rilevanti. Non solo vengono bocciati i candidati politici che l'hanno spuntata al primo turno delle Quirinarie (i vari Romano Prodi, Stefano Rodotà, Emma Bonino), ma anche quelli che non sono super partes (i vari Gustavo Zagrebelsky, Gino Strada, Dario Fo). Nessuno dei papabili pentastellati potrebbe rappresentare tutti gli italiani. I nomi fatti dalla base grillina sono, infatti, di rottura. Esponenti tutti di una sinistra militante e livorosamente anti berlusconiana. Volti invisi al centrodestra, insomma. Se ne salva, forse, una: la Bonino che, nei giorni scorsi, ha ricevuto l'endorsement dell'ex ministro Mara Carfagna. Tuttavia, l'esponente radicale è un politico da vecchissima data: è da trentasette anni che occupa poltrone ora in Italia, ora a Bruxelles. Bocciata anche lei. Insomma, dei dieci finalisti del reality show grillino non se ne salva uno. Tuttavia, dopo poche ore, Casaleggio va in corto circuito e si affretta a ritrattare dando il proprio benestare a Prodi nel caso in cui sia il più votato dalla base.
Al di lkà del dinbattito interno al movimento, ha una maggiore rilevanza il link che il Movimento 5 Stelle sta cercando di creare con la rete delle imprese. Dopo gli appuntamenti di Milano e Treviso, Casaleggio ha incontrato la Confapri a Torino per fare il punto sulla crisi e sull'agenda economica per il Paese. Sul tavolo il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione fino a 100 miliardi di euro, l'abolizione dell'Irap e le modifiche sull'Iva. Al centro congressi della Gam di Torino sono accorse diverse decine di imprenditori. Tra questi anche Marco Nardin, presidente dei giovani imprenditori di Confartiginato, spinto a Torino dalla curiosità di sentire "se l’elemento impresa è messo al centro, visto che oggi l’impresa è vista come un elemento da spremere". Casaleggio non è riuscito a muoverne poi così tanti (ben più folta la rappresentanza di giornalisti e cameran). Eppure la terza riunione "economica", dopo quelle tenute a Treviso e Milano, è il tracciato di un'asse del Nord che l'ideologo dei Cinque Stelle sta percorrendo volutamente. "Stiamo qua per incontrare ed ascoltare i piccoli e medi imprenditori, per avere da loro anche dei suggerimenti", ha detto l’ideologo del M5S liberando da ogni equivoco. D'altra parte lo stesso Grillo sembra aver corretto il tiro da qualche giorno a questa parte. Mentre i parlamentari pentastellati fanno pasticci alle Camere, i due guru cercano l'appoggio importante (anche a livello economico) da parte dell'imprenditoria padana. Il grido di allarme lanciato sabato dalla Confindustria è stato subito raccolto da Beppe Grillo sul suo blog: "L'economia non aspetta".
Secondo il comico genovese, infatti, prima dell'estate il Belpaese potrebbe essere già fallito "con la distruzione irreversibile delle piccole e medie imprese che oggi tengono ancora, miracolosamente, in piedi l'Itali".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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