Milano - Abolizione della caccia, no alla vivisezione, fine della detenzione "inumana" nelle
gabbie degli zoo e nei circhi: sono solo alcuni punti del manifesto "La coscienza
degli animali" presentato a Milano da nove personalità della politica, della cultura e
della scienza per tutelare gli animali.
L’idea è stata del ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla e del professor
Umberto Veronesi e ha ottenuto l’adesione del direttore del Giornale Vittorio Feltri, del
teologo don Luigi Lorenzetti, di Franco Bergamaschi (dell’Erbolario), dell’avvocato
svizzero Antoine Goestchel e della scrittrice Susanna Tamaro, tutti presenti al Palazzo
Reale di Milano, mentre il regista Franco Zeffirelli non ha potuto partecipare e Dacia
Maraini ha inviato un messaggio. "Presentiamo il manifesto perché sia sottoscritto da chi come noi pensa che gli
animali abbiano diritto alla vita - ha spiegato il ministro Brambilla -. Noi saremo la
coscienza degli animali e la nostra voce sarà forte e chiara". "Il momento è maturo -
ha aggiunto Veronesi - per un grande movimento collettivo" (clicca per sottoscrivere il manifesto).
La Brambilla: abolire massacro animali Il ministro ha parlato di "massacro degli animali nella stagione venatoria" e di "arroganza" e "presunzione"
della minoranza dei cacciatori "nel voler portare avanti una pratica che la maggioranza
deglia italiani ritiene inaccetabile". Poi l’affondo definitivo: "Credo sia possibile e necessario abolire la caccia". È stato il tema
caldo della mattina, ma non l’unico.
Il ministro si è fermata con forza sull’argomento spiegando di non credere "che una
minoranza di 750mila cacciatori possa pretendere di far prevalere le proprie ragioni
rivendicando con arroganza la libertà di uccidere animali indifesi quando la
maggioranza degli italiani si sente offesa da questo gesto". Piuttosto ha detto di
ritenere che sia "possibile e necessario" arrivare all’abolizione della caccia nella
convinzione che esistano "modi di divertirsi ben diversi senza uccidere essere
viventi".
Veronesi: no alla vivisezione Il professor Umberto Veronesi, fondatore dell’Istituto Europeo di
Oncologia, dice no alla vivisezione tranne che in "casi eccezionali".
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