Dalla «mano del diavolo» al «pugno di Alì»: il blob del Mundial 2010

Le dichiarazioni più sconcertanti dei protagonisti del Campionato del mondo sudafricano.

ROMA - Che cosa resterà di una delle edizioni più folkloristiche ma meno spettacolari dei campionati del mondo? Alcune dichiarazioni che hanno spezzato la monotonia di un Mundial con tante sorprese ma pochi campioni veri. Eccone una sintetica raccolta:
Il tocco del diavolo. «Tornate in voi: non è un eroe, ma uno squallido imbroglione! Ma quale mano di Dio!? È stata la mano del diavolo!». L'allenatore del Ghana, il serbo Milovan Rajevac, commenta così il fallo di mano dell'uruguayano Suarez che ha negato agli africani l'accesso alle semifinali.
Knock out. «È stato come un pugno di Muhammad Alì. Mi sento mancare le forze. Il giorno che ho smesso di giocare a calcio mi sentivo così, ma oggi è ancora più dura». Il ct argentino Maradona dopo la sconfitta per 4-0 con la Germania.
Incontentabili. «Dobbiamo sempre vincere ma anche quando vinciamo, non sono soddisfatti se non diamo spettacolo. Se diamo spettacolo, non sono soddisfatti se non facciamo sei o sette goal. E se facciamo sei o sette goal, allora gli avversari erano scadenti». Il seleccionador brasiliano Dunga si lamenta della stampa carioca.
Ringhio dixit.«Quattro anni fa eravamo salutati come campioni, ora siamo dei coglioni». L'onesto Ringhio Gattuso dopo la figuraccia lippiana contro la Slovacchia.
Sostegno famigliare. «Non riesce a prendersi cura dei suoi figli, non capisco come faccia gestire la situazione su un campo di calcio». La moglie dell'arbitro della finalissima Webb incoraggia il marito.
Mc Donald's. «Una volta una leggenda del calcio mi ha detto che i goal sono come il ketchup. Talvolta per quanto ti sforzi, non esce e quando esce, viene fuori tutto assieme». Cristiano Ronaldo spiega la sua crisi realizzativa.
Milla does it better.«Nessuno può farlo come me! La mia esultanza è stata la prima e totalmente improvvisata.Serve ritmo naturale, gioco di gambe e spontaneità. e soprattutto devi aver prima segnato un goal!». L'ex bomber camerunense Roger Milla esalta la propria danza attorno alla bandierina del corner.
Come Meucci e Bell. «Gli inglesi hanno inventato il calcio ma i tedeschi vincono». Battutaccia tedesca per sbeffeggiare la «perfida Albione» dopo il 4-1 negli ottavi di finale.
Linus. «Il calcio è come una coperta corta. O ti copri la testa o ti copri i piedi». La metafora del ct uruguagio Tabarez per descriverei problemi difensivi sudcoreani.
Mi disegnano così. «Sono un vecchio romantico.La gente pensa che abbia una faccia cattiva ma mi piace mandare lettere e fiori a mia moglie così come mi piace riceverli». Felipe Melo svela il proprio lato oscuro.
Serietà. «È un polpo!». Lo scaramantico difensore spagnolo Marchena minimizza dopo la favorevole previsione per la finalissima del polpo Paul.
Il discepolo del Trap. «Tutti impariamo dai nostri errori e dagli errori che abbiamo visto commettere da parte degli altri e cerchiamo di evitare di ripeterli.

Questo è il processo di commettere errori ed evitare di ripeterli, vedere gli altri sbagliare per non sbagliare allo stesso modo, è un processo che non è stabile e che non può essere misurato». Il ct cileno Marcelo Bielsa spiega la sua filosofia.

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