Mapei a impatto zero: ecco l'edilizia sostenibile

Prodotti studiati per annullare l'effetto sul clima Ricerche sulle ricadute reali delle attività umane

Alessio Giannullo

Lo sviluppo sostenibile si basa su tre pilastri: economico, sociale e ambientale. Mapei, che compirà 80 anni nel 2017, non ha mai trascurato la sua funzione sociale, finanziando attività e progetti in ambito umanitario, sportivo, artistico, scientifico, formativo e reinvestendo nello sviluppo locale gli utili derivanti dall'attività all'estero. Gli impianti di produzione italiani sono certificati secondo i sistemi di gestione ambientale e di sicurezza EMAS, ISO 14001 e BS OHSAS 18001, utilizzano pannelli solari per una parte dell'energia elettrica necessaria (dal 10 al 35%) e hanno consumi di acqua molto limitati. I 67 impianti nel mondo sono ubicati strategicamente per permettere forniture alla maggioranza dei clienti entro un raggio di 600-800 km con conseguente minimizzazione di produzione di CO2 da trasporto.

Mapei investe da oltre 30 anni in ricerca ecosostenibile. Molti prodotti in polvere contengono fino al 20-30% di sostanze riciclate, sono esenti da sostanze ad alto rischio (SVHC) e sono certificati a bassissime emissioni di composti organici volatili (VOC) da GEV (Gemeinschaft). I prodotti della serie low dust riducono sensibilmente, rispetto ai comuni adesivi cementizi, la quantità di polvere rilasciata nell'ambiente durante la loro produzione, miscelazione e utilizzo. Mapei ha aderito nel 2013 al «Bando pubblico per l'analisi dell'impronta di carbonio (Carbon Footprint) nel ciclo di vita dei prodotti di largo consumo». Le emissioni di gas a effetto serra, CO2 in testa, sono gli artefici del riscaldamento globale. L'impronta di carbonio misura il contributo che le attività umane producono sull'effetto serra.

Espressa in tonnellate di biossido di carbonio equivalente (CO2 eq), la Carbon Footprint individua e quantifica i consumi di materie prime e di energia nelle fasi selezionate. Nella maggioranza delle attività produttive è impossibile annullare completamente le emissioni di CO2, ma non è impossibile annullarne l'effetto climalterante, compensando le emissioni locali residue, non eliminabili tecnicamente, con progetti di riduzione di gas serra nel mondo. Per calcolare la Carbon Footprint viene utilizzato l'approccio metodologico Life Cycle Analysis (LCA), che valuta i carichi energetici e ambientali relativi a un prodotto o un processo considerando il suo intero ciclo di vita.

Gli studi eseguiti hanno mostrato come le emissioni di gas effetto serra durante l'intero ciclo di vita del Keraflex Maxi S1 ZERO siano strettamente e prevalentemente connesse alle materie prime utilizzate, gli speciali leganti idraulici e i polimeri, la cui qualità e quantità sono fondamentali ed irrinunciabili per ottenere le elevate prestazioni e durabilità desiderate. Mapei, comunque, non si è limitata a misurare l'impatto ambientale del suo Keraflex Maxi S1 ZERO, ma si è posta l'obiettivo di annullarne gli effetti sul clima. La quantità misurata di CO2 emessa dal prodotto è stata compensata integralmente con l'acquisto di «crediti» di CO2, certificati, per progetti di produzione di energia eolica negli Stati del Gujarat, Rajasthan e Karnataka in India, ottenendo quindi la carbon neutrality.

Tali crediti vengono utilizzati anche nel

sociale, in particolare si contribuisce al mantenimento di fondazioni nelle zone rurali indiane. Keraflex Maxi S1 Zero è oggi il primo adesivo ad alte prestazioni per pavimentazioni ceramiche a effetto climalterante zero.

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