Mappa degli stupri: il nuovo allarme è sui mezzi pubblici

L’ennesima donna stuprata in città. L’ennesima intimità violata, un’altra personalità sconvolta e che difficilmente potrà essere di nuovo la stessa di un tempo. Stavolta si tratta di un’ucraina di 31 anni. Una clandestina che, per necessità, ha accettato di fare la colf per un pregiudicato 41enne, Paolo Denti, a Quarto Oggiaro, in uno stabile di via Carbonia che dà sul parco di villa Scheibler. Tutto tranquillo fino a quando l’uomo - che adesso si dice «innamorato» ma che probabilmente è rimasto preda più della sua personalità deviata che di questa pretestuosa passione - ha sequestrato la poveretta, l’ha minacciata con una spada, picchiata, spaventata con una bombola a gas collegata a dei petardi e nascosta dietro la porta d’ingresso (che solo lui avrebbe potuto comandare e, quindi, far esplodere, anche a distanza). Quindi la violenza: la donna dell’Est Europa non ha potuto sottrarsi ai ripetuti stupri ai quali sarebbe stata sottoposta durante il rapimento. Solo sabato sera, approfittando dell’assenza del suo aguzzino uscito a comprare da mangiare, la colf ha usato il cellulare che l’uomo aveva dimenticato a casa per chiamare il 113, raccontando la tortura di cui era vittima e descrivendo il soggetto. I poliziotti lo hanno atteso sotto casa e, quando l’hanno visto rientrare, lo hanno arrestato. L’accusa per ora è di sequestro di persona. Serviranno ulteriori accertamenti per imputargli anche i ripetuti stupri che, tra l’altro, non sarebbero avvenuti di recente, negli ultimi giorni.
«Il Comune di Milano chiederà di costituirsi parte civile nel processo che vedrà imputato questo pregiudicato. E attraverso le proprie strutture di protezione, come il progetto “Accoglienza vittime della tratta” - che ha permesso di salvare dal 2001 a oggi circa 500 donne dallo sfruttamento - cercherà di aiutare questa povera ragazza che, pur nello stato di clandestinità, ha avuto il coraggio di denunciare il suo aguzzino», ha dichiarato ieri il vicesindaco di Milano Riccardo De Corato.
«Chiedendo la costituzione come parte civile - spiega ancora il vicesindaco - Milano intende far sentire la sua voce e manifestare solidarietà alle donne vittime di stupri. Si tratta di un impegno storico che ha avuto recentemente esiti positivi e innovativi in due procedimenti penali, aprendo nuove vie per contrastare l’escalation delle violenze sessuali. L’ultimo lo scorso luglio, quando per la prima volta un ente locale è stato risarcito anche sulla base del danno all'immagine e in virtù dei servizi che il Comune mette a disposizione delle donne violentate».
«Purtroppo - conclude De Corato - negli ultimi 4 mesi si sono verificati ben 14 casi gravi di violenze sessuali.

A dispetto di una flessione a Milano dei reati del dieci per cento, i dati registrano infatti una crescita degli stupri. Fatto che dimostra come questa battaglia sia tutt’altro che vinta e spinge a non abbassare la guardia».

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