Maratona jazz a Bergamo

Comincia questa sera il Festival internazionale del jazz di Bergamo, il primo in ordine di tempo della lunga serie annuale che in questo 2009 di crisi potrà essere meno fitta del solito. Non occorre attardarsi sui particolari di una simile previsione, tanto più che la musica in Italia è la Cenerentola della cultura, come ha giustamente ribadito Antonio Magnocavallo sul periodico della Società del Quartetto di Milano. Il Jazzfest bergamasco è attivo dal 1969. È uno dei più antichi del nostro Paese e per tale motivo ha vissuto momenti difficili, specie quando dalle nostre parti venne attribuita alla musica afro-americana un discutibile significato (e quindi un potere) politico. Questa volta, dopo 40 anni, c'è una novità. La manifestazione si svolge con un mese di ritardo (fino al 26 aprile) rispetto alle consuetudini che la volevano in marzo, e quindi non è più «il festival che annuncia la primavera». Per quanto ci riguarda, confidiamo in un ritorno al passato che ricuperi anche il singolare incipit con l'esibizione-premio del vincitore del Top della rivista Musica Jazz nella categoria dei solisti italiani emergenti. Basti chiedere al pianista Stefano Bollani quale memoria ne conservi quando il premio spettò a lui. Bergamo Jazz è comunque il festival lombardo più vicino a Milano, da molti anni ormai priva del suo, e perciò conserva questo importante valore aggiunto. Il cartellone 2009 conferma il Teatro Donizetti come sede principale ma non esclusiva dei concerti. Ne segnaliamo i momenti essenziali. L'inizio è affidato al felice ritorno di Giorgio Gaslini al pianoforte solo; segue Gianluigi Trovesi (che gioca in casa) con la Filarmonica Mousiké per riproporre dal vivo il successo discografico del suo «Profumo di Violetta». La prima sera si conclude con il trio di Gonzalo Rubalcaba. Domani spiccano il nuovo quartetto del pianista Franco D'Andrea e il Manu Katché Playground.

Molti prevedono che il punto di vertice del festival si raggiunga la sera di sabato 25 nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo Alta, dove si riascolterà la magia del sax soprano di Jan Garbarek con le quattro voci rinascimentali dell'Hilliard Ensemble. Infine, nella domenica di chiusura, non si trascurino le percussioni di Pierre Favre in solo, il duo Maria Joao-Mário Laginha e il gruppo di Nils Petter Molvaer.

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