Marea nera, Obama: "Chi prendo a calci?"

Durissimo intervento del presidente Usa: "Non me ne sto qui seduto con gli esperti come se fosse un seminario, ma per individuare i responsabili. Così so quali sederi devo prendere a calci"

Marea nera, Obama: 
"Chi prendo a calci?"

Washington - Sa bene che il disastro ambientale della marea nera a lui porterà - e ha già portato - un pesante danno d'immagine e, inevitabilmente, una perdita di voti alle prossime elezioni di medio termine, in programma in autunno. Ma al di là della politica Barack Obama sa bene che il disastro va "governato": la crisi va risolta e, possibilmente, si devono creare le condizioni affinché non si ripeta, in futuro, una cosa simile.

Calci nel sedere Il presidente degli Stati Uniti per il momento continua a mostrare il pugno di ferro. In una conferenza stampa ha detto che vuole sapere "quale sedere deve prendere a calci" per la fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico, incrementando le pressioni sul colosso energetico britannico Bp, che sta cercando di catturare maggiori quantità del greggio che si riversa in mare dalla sua piattaforma danneggiata. "Non è che me ne sto seduto a parlare con gli esperti perché è un seminario da college. Parliamo con questa gente perché potenzialmente loro hanno la risposta migliore, così so quale sedere devo prendere a calci", ha detto Obama nel corso di un’intervista alla Nbc. Si tratta delle parole più dure mai pronunciate da Obama, criticato per la gestione della peggior fuoriuscita di petrolio nella storia americana.

Risarcimenti Obama ha ripetuto che tutti coloro che ne sono stati colpiti devono essere adeguatamente risarciti. La posta in gioco è alta per tutti quelli che sono coinvolti: le comunità della costa del Golfo devastate dal disastro, Bp e la sua reputazione con l’opinione pubblica e gli investitori e lo stesso Obama.

Critiche al governo Un sondaggio Washington Post/Abc, condotto tra circa 1.000 persone tra il 3 e il 6 giugno, ha rivelato che il 69% degli americani è convinto che il governo abbia fatto un lavoro "non così buono" o "poco soddisfacente" per gestire la crisi.

Il danno ambientale Sono quasi 200 i chilometri di costa colpiti dalla fuoriuscita di petrolio.

Dopo i rifugi degli animali selvatici in Louisiana e le isole in Mississippi e Alabama, il greggio ha raggiunto ora alcune delle famose spiagge bianche della Florida, dove l’industria del turismo vale 60 miliardi di dollari all’anno e dà lavoro a circa un milione di persone.

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