Washington - Con giorni di ritardo sulle previsioni iniziali,
la BP tenterà la prossima settimana, nella migliore delle ipotesi a partire da martedì, di bloccare la fuoriuscita di
petrolio nel Golfo del Messico tentando di ostruire con un tappo di cemento ad altra pressione il pozzo che
continua a vomitare litri di petrolio in mare.
Mentre la multinazionale britannica continua a brancolare nel buio non riuscendo a trovare in tempi brevi la
soluzione adatta ad arginare la marea nera, si moltiplicano le accuse nei suoi confronti, che vanno dalla mancata
trasparenza nelle operazioni di recupero al conflitto di interesse dato che alcuni laboratori di analisi sono legati
alle compagnie petrolifere.
La preoccupazione di Obama Secondo la Cnn, che ha anticipato le grandi linee del tradizionale discorso radiofonico del sabato, il presidente
degli Stati Uniti Barack Obama, sempre più irritato, ha deciso di istituire una commissione d’inchiesta incaricata
di indagare nei dettagli sul dramma. A presiederla, saranno un ex Governatore della Florida, l’ex senatore Bob
Graham, e l’ex numero uno dell’Environmental Protection Agency (Epa, l’equivalente del nostro ministero
dell’ambiente), William Reilly.
Secondo alcune fonti, una delle ipotesi che l’Epa sta addirittura studiando è di mettere al bando la Bp
escludendola da tutti i contratti governativi, il che potrebbe significare alla fin fine l’allontanamento definitivo della
compagnia britannica da tutti i giacimenti petroliferi federali Usa.
La British Petroleum ha pagato negli anni scorsi decine di milioni di dollari di danni per non avere rispettato le
regole e le misure di sicurezza, promettendo ogni volta di modificare il proprio atteggiamento.
In una conferenza stampa, ieri ad Houston, in Texas, la Bp aveva ammesso che la quantità di greggio
recuperato ogni giorno nel Golfo del Messico è passata da 5.000 a 2.200 barili al giorno circa.
Come ha indicato il portavoce della Bp John Curry, "il flusso di greggio si modifica, non è costante".
Conflitto di interessi Infine, come ha scritto il New York Times, crescono i timori di conflitto di interessi nella gestione della vicenda, dato che alcuni dei laboratori che fanno le analisi delle acque inquinate sono legati alle compagnie petrolifere (tra cui la stessa Bp), come lo sono i centri che recuperano e trattano gli uccelli colpiti dalla marea nera. Proprio per questo Obama ha avvertito: "Nuove trivellazioni per la ricerca di petrolio in mare in futuro dovranno essere permesse solo se sarà garantito che non potranno provocare disastri ambientali".
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