Milano«È una sentenza che rappresenta l'ennesimo, scandaloso episodio di una forsennata aggressione che viene portata avanti da anni contro mio padre, con tutti i mezzi e su tutti i fronti, compreso quello imprenditoriale ed economico. Una sentenza che suona anche come un'amara sconfitta per la giustizia, per quanti continuano a credere che esista, che debba esistere, una giustizia imparziale e giusta». In campo, ancora una volta. Decisa a difendere suo padre e la sua famiglia, le sue aziende. A difendere soprattutto i suoi diritti e la sua libertà. In prima linea, Marina Berlusconi. Ancora una volta. Delusa, amareggiata, certo. Ma con la stessa voglia di sempre di rimettersi in gioco e di avviare la controffensiva per rispedire al mittente anche l' ennesimo sopruso.
Le prime reazioni del presidente di Fininvest, alla sentenza sul Lodo Mondadori, non lasciano spazio a interpretazioni suggestive. Sono il segnale diretto, inequivocabile, della determinazione di Marina, numero uno della holding, fondata da Silvio Berlusconi, di prendere posizione, a fianco del padre, in una guerra che ha molti, troppi fronti aperti, ma dove il bersaglio è sempre lo stesso: il Cavaliere. «Neppure un euro è dovuto da parte nostra - ha tuonato ieri Marina Berlusconi- perché siamo di fronte a un esproprio che non trova alcun fondamento nella realtà dei fatti né nelle regole del diritto. È una sentenza che sgomenta e lascia senza parole. La Fininvest, che ha sempre operato nella più assoluta correttezza, viene colpita in modo inaudito, strumentale e totalmente ingiusto. E il parzialissimo ridimensionamento della sanzione rispetto al giudizio di primo grado nulla naturalmente toglie alla incredibile gravità del verdetto. È indiscutibile che questo attacco abbia come principali protagonisti una parte della magistratura, e della magistratura milanese in particolare, e il gruppo editoriale che fa capo a Carlo De Benedetti tanto che adesso, con un verdetto, che nega l'evidenza, la Fininvest viene condannata a versare una somma spropositata proprio al gruppo De Benedetti. Una somma addirittura doppia rispetto al valore della nostra partecipazione in Mondadori».
Parole durissime, quelle della «donna più potente d'Italia» secondo Forbes che, nell'ultima selezione, ha puntualmente inserito Marina Berlusconi, unica italiana, nella classifica delle donne più importanti del pianeta. Parole che evidenziano la ferma intenzione di difendere non solo un patrimonio di famiglia e dell'Italia, ma anche un serbatoio straordinario di posti di lavoro come Fininvest. Tanto che Marina Berlusconi annuncia i suoi prossimi passi: «Anche di fronte a un quadro così paradossale e inquietante, non ci lasciamo però intimorire. Già in queste ore i nostri legali cominceranno a studiare il ricorso in Cassazione. Siamo certi di essere assolutamente nel giusto, dobbiamo credere che le nostre ragioni verranno alla fine riconosciute. Verità e giustizia non potranno continuare a essere calpestate e piegate a logiche inaccettabili e indegne di un Paese civile».
D'altra parte anche in una recente intervista al Corriere della Sera non aveva fatto mistero delle sue idee proprio in vista della sentenza sul Lodo Mondadori: «A chi andrebbe il risarcimento? - chiedeva retoricamente - proprio all'editore del giornale che si è assunto il compito di distruggere il premier, con ogni mezzo. De Benedetti prova invidia nei confronti di mio padre». E aggiungeva per ribadire il concetto: «Da una parte c'è un uomo che dal nulla ha inventato la tv commerciale, dall'altra un signore che ha distrutto uno dei più gloriosi marchi industriali italiani.
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