Lega, 35 militanti espulsi in Veneto. E scoppia la rissa

Maroni: "Fuori chi disfa". Espulsi i militanti che avevano contestato Tosi. Ma scoppia la rissa: arrivano i carabinieri

Lega, 35 militanti espulsi in Veneto. E scoppia la rissa

Caos e tafferugli al Consiglio nazionale veneto per l'espulsione di 35 militanti che, a Pontida, avevano contestato Flavio Tosi. Tra urla e spintoni un gruppo di leghisti è entrato dove erano in corso i lavori, contestando la dirigenza: "Fuori i fascisti dalla Lega, Tosi sei finito". Due militanti sono arrivati alle mani ed è stata chiamata un’ambulanza per uno di questi. Gli espulsi, inferociti, hanno promesso vita dura al segretario nazionale e ai suoi seguaci. Inascoltati i richiami all’unità espressi dal presidente della Regione, Luca Zaia, che ha partecipato alla riunione senza diritto di voto. Dopo il tafferuglio sul posto sono arrivati i carabinieri e un'ambulanza. I sanitari hanno soccorso Paolo Pizzolato, segretario provinciale di Venezia fino al commissariamento deciso da Tosi. A quanto pare è stato colpito al volto. "Non ha avuto nemmeno il coraggio di fermarsi", commentano i leghisti contestatori. Tosi è dovuto uscire scortato dai carabinieri per evitare gli assalti. "Vattene traditore, hai distrutto la Lega - hanno gridato gli espulsi - indignati dalle condizioni del segretario della Lega di Venezia, che giaceva a terra di fronte all’ingresso mentre il personale sanitario gli stava prestando soccorso".

Alla fine dei lavori del consiglio nazionale veneto Zaia ha invitato tutti a ritrovare convivenza civile e valori del partito: "Nella vita nessuno di noi della Lega avrebbe mai pensato di vivere un momento così difficile, pieno di tante tensioni e scontri personali. Faccio appello a tutti coloro che, da una parte e dall’altra, che credono ancora ai valori della Lega affinché a mente fredda si possa trovare una soluzione di civile convivenza e di rispetto delle idee altrui sotto lo stesso tetto della Lega", ha detto Zaia. "Solo così, con una Lega compatta, potremo tornare a dare doverose risposte alla nostra gente e ai loro problemi che nulla hanno a che vedere con le sterili polemiche della politica e porre fine a questa indecorosa pagina di storia che stiamo scrivendo".

Poche ore prima un gruppo di militanti imbavagliati si era presentato davanti alla sede della Liga Veneta-Lega Nord, per protestare. "La Lega è la Lega ma non devono toccare il lavoro che facciamo sul territorio. Dobbiamo essere uniti e dar voce al territorio. Epurazioni e commissariamenti distruggono la Lega", dicono per spiegare la loro protesta il centinaio di militanti presenti. "Non vogliamo diffamare Tosi - sottolinea un militante della provincia di Venezia, l’ultima commissariata dopo le elezioni - ma vogliamo trovare l’unità del partito. Il problema che i cerchi magici ce li hanno tutti, e la Lombardia vuole contare più del Veneto".

Continuano le indiscrezioni sul possibile strappo di Umberto Bossi dal Carroccio. Il senatur, con la moglie e l'ex senatore Leoni, ieri sarebbe andato da un notaio, secondo alcuni per fondare un nuovo partito. Poi in serata è arrivata la smentita del diretto interessato: si trattava solo di dare vita ad una associazione culturale: "Non lascio la Lega, macché nuovo partito. Non mi passa neanche per la testa". Oggi Bossi ribadisce il concetto: "La Lega non sarò io a romperla". Quanto al suo incontro con il notaio chiarisce: "Chiedete a Leoni, è andato lui mica io dal notaio, per un giornale di una associazione culturale". Da Trieste interviene Roberto Maroni con una frase sibillina: "C’è una sola Lega per quanto mi riguarda, la Lega Nord: ha un progetto ben chiaro e definito". E insiste: "C’è tanta gente nella Lega che ha voglia di fare, c’è qualcuno che ha voglia di disfare, pochissimi, e questi sono accompagnati fuori".

Bandiere a lutto alla sede del Carroccio a Mestre

Bandiere listate a lutto nella sede di Mestre (Venezia) del Provinciale della Lega Nord in segno di solidarietà e per esprimere dissenso per le espulsioni-richiami decisi dalla segreteria nel corso del consiglio direttivo. La sede, in pieno centro a Mestre, è al primo piano di un condominio, dove fanno bella mostra due bandiere con il leone di San Marco e due bianche con i simboli celtici la scritta "Padania". Tutte e quattro sono a mezz’asta e listate a lutto mentre la sede è chiusa con tapparelle abbassate. Non più di 10 giorni fa il Provinciale di Venezia era stato commissariato e all’atto dell’insediamento di Leonardo Muraro, Presidente della Provincia di Treviso, in veste di commissario, la base veneziana
aveva inscenato una protesta. Quel giorno non solo Muraro era stato allontanato ma neppure aveva ottenuto le chiavi della sede.

I simpatizzanti veneziani del Carroccio lo avevano fischiato, gli avevano dato del "socialista" e alla fine avevano gridato a gran voce "Bossi, Bossi, Bossi" per contestare la linea del federale guidato da Roberto Maroni ma pure del nazionale veneto in mano a Flavio Tosi. Oggi, dopo l'epurazione, la base leghista continua a manifestare il proprio disappunto.


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