Mastella fa retromarcia: «Niente sconti a Battisti»

Il guardasigilli, contestato dai familiari dei caduti, rettifica: «L’ex estremista è un farabutto ed espierà tutta la pena»

da Roma

Di prima mattina il guardasigilli fa le sue scuse ai familiari delle vittime per la gaffe sul caso Battisti. Chiama prima Alberto Torregiani, figlio del gioielliere Pierluigi ucciso nel ’79 dall’ex terrorista e lui stesso rimasto paralizzato nella sparatoria; poi anche Bruno Berardi, presidente dell’Associazione familiari vittime del terrorismo Domus Civitas.
Clemente Mastella spiega per telefono che l’assicurazione che in Italia Cesare Battisti non sconterà un vero ergastolo, scritta nella sua lettera alle autorità brasiliane, era dettata dalla volontà di ottenere l’estradizione da un Paese dove il carcere a vita non è previsto. E più tardi, al GrRai, si spinge a garantire che «assolutamente» Battisti non potrà ottenere benefici penitenziari in Italia. Insomma, l’esatto contrario di quanto affermato nella lettera.
Torregiani riferisce che le scuse del ministro a tutti i familiari delle vittime dell’ex militante dei Proletari armati per il comunismo sono per non averli contattati prima di avviare la procedura. Mastella ha assicurato loro che farà «ogni mossa possibile» per riportare in un carcere italiano Cesare Battisti, ribadendo di essere «fermamente contrario» all’amnistia per l’ex leader dei Pac e per gli altri del gruppo terroristico. Scuse tardive, come quelle fatte da Mastella un anno fa alla famiglia Calabresi, che apprese dai mass media della grazia a Ovidio Bompressi e della promessa che sarebbe seguita quella ad Adriano Sofri. Anche stavolta, il ministro cerca di riparare e usa toni forti. Definisce Battisti un «farabutto», dice che bisogna «evitare a tutti i costi che prosegua la latitanza», che «in Italia dovrà scontare la pena inflitta per i suoi reati» senza sconti e annuncia che tra ottobre e novembre andrà in Brasile per caldeggiare l’estradizione.
«Prima che venga dichiarato chiuso quel capitolo tragico - gli dice chiaro Torregiani -, chi si è reso responsabile di quei delitti deve pagare. Sono 30 anni che aspettiamo». Quanto a Berardi, è poco convinto dalle assicurazioni del ministro: «Battisti tornerà in Italia, pagherà un buon avvocato con i soldi che ha guadagnato scrivendo libri noir in Francia e presto uscirà dal carcere. Con buona pace di chi ha subìto un dolore così grande come la morte di un familiare ucciso dal terrorismo».
Domenica, Mastella ha subìto anche le critiche di politici dell’opposizione e pure della maggioranza. A incominciare dall’ex guardasigilli, il leghista Roberto Castelli. Il quale ha polemizzato sul modo in cui è stata chiesta l’estradizione. «Litiga con se stesso - ribatte il ministro -, perché le procedure per l’estradizione sono le stesse da lui avviate in passato». Castelli controreplica: «Mastella ha le idee confuse: non ho avviato niente perché non ero ministro quando Battisti è stato arrestato. Se si riferisce alle procedure standard, la vicenda Battisti per la sua importanza doveva essere trattata in modo diverso, con estrema severità». Alfredo Mantovano di An obietta che sui benefici penitenziari non è il ministro a decidere, ma i magistrati. «Mastella si fa conoscere anche in Brasile». Polemico, Mauro Fabris dell’Udeur ricorda all’ex sottosegretario che la richiesta di estradizione per Battisti è la stessa usata dal governo Berlusconi per altri ex terroristi latitanti in Spagna e Venezuela.

«Smettiamola con questo buonismo nei confronti di assassini ancora in libertà», sbotta Luca Volontè dell’Udc. Silvana Mura dell’Idv era stata critica verso Mastella, ma ora si rallegra per le sue «doverose» parole ai parenti delle vittime, che hanno «fugato ogni dubbio circa la possibilità di sconti di pena» per Battisti.

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