Maxi canoni congelati Resa dei conti a giugno

Soccorso rosso nelle regioni chiamate al voto Perocchio (Assomarinas): «Pannicello caldo»

Antonio Risolo

Il solito gioco, il solito palliativo che non risolve un bel niente. Il Milleproroghe, infatti, non fa riferimento ad «alcuna innovazione sui criteri di calcolo dei canoni in questione, né la rideterminazione degli importi degli stessi». Ponzio Pilato fece di meglio. In sostanza il governo sospende le «esecuzioni di Stato» fino al 30 giugno. Perché tra gennaio e maggio si vota per le regionali in Emilia Romagna, Calabria, Toscana e Campania. E in vista del turno elettorale non poteva mancare il «soccorso giallorosso» sotto forma di un'aspirina somministrata a un malato terminale.

Sarebbero bastate le seguenti tre righe per risolvere il problema: «Viste le sentenze di illegittimità dei Tar, tribunali civili, Corti d'appello e Corte Costituzionale, la retroattività dei canoni voluta dal governo Prodi nel 2007 è annullata».

Ricordiamo che la vergognosa querelle dei canoni - quintuplicati e retroattivi - si trascina da 12 anni. Nel frattempo, le Agenzie delle Entrate e del Demanio, nonostante le numerose sentenze, non hanno smesso di sfornare cartelle esattoriali milionarie, con prelievi forzosi dalle casse di 24 porti turistici, con blocco dei conti correnti, mentre in Emilia Romagna sono state revocate le concessioni demaniali per il Porto turistico di Rimini e due darsene di Cattolica.

Risultato: circa 300 imprese sparse sul territorio nazionale rischiano il fallimento con conseguenze catastrofiche per tutta l'economia costiera italiana.

Gestori e lavoratori - in dicembre sono scesi in piazza due volte - si sentono traditi ancora una volta ma fanno di necessità virtù: «C'è grande delusione, non è la soluzione che aspettavamo. Comunque è un piccolo passo, meglio di niente. Ma sei mesi passano in fretta e noi non abbasseremo la guardia».

«Nel 2007 - spiega al Giornale Roberto Perocchio, presidente di Assomarinas da dieci anni impegnato con Ucina Confindustria Nautica in questa battaglia nelle aule di giustizia - non si è tenuto conto della specialità delle concessioni-contratto, denominate atti formali, che prevedevano la costruzione del porto da parte dell'investitore e un canone prefissato e indicizzato per tutta la durata della concessione. Abbiamo lottato dieci anni per correggere questo madornale errore legislativo. Il problema, nonostante la sospensione dei maxi canoni, è ancora tutto da risolvere. Perché questo è soltanto un pannicello caldo per tamponare alcune situazioni molto critiche.

In tempo brevissimo - aggiunge Perocchio - dobbiamo addivenire a una soluzione che chiarisca definitivamente che i nuovi canoni non possono essere applicati a quelle concessioni che prevedevano la costruzione del porto turistico da parte del privato, così come riconosciuto dalla Corte d'appello di Ancora e dalla Corte Costituzionale. Che dire, siamo fiduciosi. Nei prossimi giorni riprenderemo i contatti con il ministero delle Finanze. Sei mesi passano in fretta».

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