Cani antiesplosivo in metropolitana, pattuglie davanti agli obiettivi sensibili, controlli in stazioni ferroviarie, metropolitane e aeroporti, massima allerta per pacchi e valigie dimenticate. A due giorni dalla «grande paura» seguita agli attentati di Londra, Milano cerca di reagire alzando al massimo la soglia d’allerta. Tutte misure che potrebbero anche non bastare, e per questo domani in Prefettura, Bruno Ferrante riunirà il comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico, al termine del quale potrebbero anche essere presi ulteriori provvedimenti.
In città sono centinaia ormai gli uomini impegnati 24 ore su 24 a vigilare sulla sicurezza, con particolare attenzione ai trasporti, ma anche a chiese e sinagoghe, sedi diplomatiche di Paesi coinvolti con gli Stati Uniti nella guerra in Irak, caserme e parcheggi delle forze dell’ordine. Sorvegliata speciale, ma non certo da adesso, la metropolitana che con le sue quattro linee sposta quotidianamente un milione di passeggeri, 700-800mila nel periodo estivo.
Già dall’11 settembre, dopo l’attentato alle Torri Gemelle, è stato predisposto un piano in caso di attacco per la rapida evacuazione dei passeggeri e un immediato accesso dei soccorsi. Contemporaneamente era partito un piano di rafforzamento dei sistemi di videosorveglianza che ha fatto salire a 1.500 le telecamere in funzione, tutte collegate a una centrale di registrazione. Nelle gallerie e nei mezzanini decine di poliziotti, carabinieri e vigili urbani setacciano ogni angolo con i cani addestrati per fiutare esplosivi. Personale in borghese viaggia nelle carrozze cercando di individuare persone o pacchi sospetti.
Grande attenzione poi alla stazione Cadorna, terminale per i pendolari da Como e Varese e intersezione delle linee rossa e verde. Personale Polfer controlla ogni angolo e ogni ripostiglio della Centrale, con particolare attenzione al deposito bagagli dove ogni giorno vengono lasciate 800 borse e valigie. Altre verifiche vengono poi effettuate lungo i binari, fino a fuori città. Qui entrano in azione i carabinieri su cui cade il peso della vigilanza in provincia, compresi quindi tutti gli obiettivi sensibili, tra cui stazioncine, rete ferroviaria e centri urbani più popolati.
Proprio nell’ambito di questi controlli, il personale dell’Arma ha scovato un chilo e mezzo di esplosivo in casa di un pregiudicato di 36 anni di Lonate Pozzolo in provincia di Varese. Il ritrovamento è stato fatto nel corso dei «pattuglioni» regionali svolti ogni fine settimana che questa volta ha impegnato circa 2mila uomini e 900 mezzi. In linea di massima la funzione è mirata quasi esclusivamente alla prevenzione e alla sicurezza stradale. Ma questa volta il servizio è stato impostato anche in chiave antiterroristica, utilizzando artificieri con metal detector e rilevatori di esplosivi, unità cinofile e pattuglie mimetizzate. Alla fine i carabinieri hanno controllato 7mila persone, 142 poi arrestate, di cui 83 extracomunitari, portato 52 clandestini in questura per l’espulsione, setacciato 9 campi nomadi e 24 aree dismesse. Il vicesindaco Riccardo De Corato ha ringraziato l’Arma «per la brillante operazione svolta», e ha ammesso che Milano, «insieme a Roma», è il «primo obbiettivo in Italia per possibili attacchi terroristici. In un momento come questo i milanesi hanno bisogno di serenità e sicurezza».
C’è insomma la sensazione che le forze dell’ordine stiano producendo il massimo sforzo per assicurare la tranquillità dei cittadini.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.