Maxi Dolphin è un cantiere fuori dal comune nel panorama italiano. Sorge a Erbusco, nel cuore della Franciacorta, terra eletta per le «bollicine» italiane. Non è un caso: il patron è Vittorio Moretti, eclettico imprenditore bresciano e protagonista del libro di Vittorio Feltri: «Limportanza di chiamarsi Vittorio», edito da Mondadori.
La storia di un personaggio che è larchetipo del self made man moderno, visto che partendo da «Terra Moretti» - vero e proprio colosso delledilizia - ha allargato il suo impegno al mondo vinicolo (con i marchi Bellavista, Contadi Castaldi e Petra), allhotellerie (LAlbereta che allinterno ha il ristorante di Gualtiero Marchesi e lAndana, dove si trova un locale di Alain Ducasse) e, appunto, alla nautica, antica e grande passione di Moretti.
Maxi Dolphin è nata nel 1987, inizialmente per realizzare la barca di famiglia «Carmen di Bellavista», e poi diventando uno dei cantieri più apprezzati per la produzione sia di monotipi sia di custom, disegnati da grandi progettisti: German Frers (autore dellattuale splendida barca di Moretti, il 118 Viriella), Bill Tripp e Luca Brenta.
Nel 2007 Maxi Dolphin ha deciso di impegnarsi anche sul fronte motoristico, lanciando un modello assolutamente particolare come «Md 51 Power», megatender che ha attinto copiosamente allesperienza velica accumulata dal cantiere. Recentemente, al 51 ha fatto seguito un 53, molto elegante e ancora più vivibile.
In comune con le barche spinte dal vento, i Maxi Dolphin hanno la ricerca della leggerezza attraverso lutilizzo di materiali compositi e di tecnologie allavanguardia. Il «guscio» esterno è invece allinsegna della classe e della pulizia delle linee: design sì, ma soprattutto efficienza e sicurezza.
Tornando alla vela, il varo dellanno riguarda il quinto «Md 65»: si tratta di un bellissimo semicustom firmato dallo studio Brenta e costruito in fibre di vetro e carbonio: elegante, caratterizzato da fiancate relativamente basse sullacqua e slanci contenuti a prua con uno specchio di poppa dalle forme classiche. Un mini-maxi (così si chiamano oggi i racer-cruiser lunghi una ventina di metri) ispirato ai concetti dellesay sailing: piano di coperta che più «pulito» non potrebbe essere, manovre al minimo e super funzionali, ampio pozzetto per gli ospiti con tavolo centrale, piano velico potente ma facilmente gestibile. Sottocoperta, infine: grande comfort per sei persone in tre comode cabine separate.
Curiosità: gli ambienti sono tutti illuminati artificialmente, vista la totale assenza di vetrature in tuga.
La capacità tecnica di Maxi Dolphin è testimoniata anche dal perfetto restauro di «Azzurra 83» (la barca che segnò il debutto dellItalia nellAmericas Cup) che in nove mesi e 6mila ore di lavoro è tornata allo stato originale.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.