Maxi furto di acciaio con cambio-merce: 3 dipendenti nei guai

Rubavano l'acciaio che avrebbero dovuto trasportare in fonderia, lo rivendevano a basso costo a due rottamatori, caricavano nuovamente i camion di scarti ferrosi e rottami e li consegnavano a una fonderia vicentina che si ritrovava con materiale inquinato. Scoperti da un'indagine della polizia provinciale di Monza e Brianza, sei persone (tra cui tre autisti dipendenti di una ditta milanese produttrice di acciaio) risultano indagate per associazione a delinquere, appropriazione indebita e smaltimento illegale di rifiuti.
Erano in quattro, i tre autisti dipendenti e un padroncino indipendente che faceva da spalla. Quasi tutte le notti caricavano i camion dell'azienda di acciaio inox puro, diretto ad una fonderia in provincia di Vicenza. Lungo la strada dirottavano verso Caponago, dove ad attenderli in uno spiazzo per lo stoccaggio di un rottamaio, c'erano i due titolari. In trenta minuti il gruppo effettuava lo scambio di merce e denaro. Giù l'acciaio, sui camion venivano ricaricati scarti di ferro e rottami. Il tutto monitorato da alternati giri di «ronda» per verificare l'eventuale presenza di auto civetta.
In un anno di furti ripetuti la banda si è rivenduta acciaio per circa due milioni di euro. Mese dopo mese, però, i controlli di qualità effettuati dalla fonderia avevano rilevato anomalie nelle percentuali di purezza delle colate di acciaio, difetti per i quali la stessa azienda era costretta ad aggiungere ingenti quantità di minerale puro per correggere e rendere idoneo il materiale finito. Assoldato un investigatore privato per capire come mai l'acciaio inviato a fondere veniva descritto come impuro da Vicenza, l'acciaieria milanese ha scoperto i furti, andando a presentare il fascicolo alla Procura di Monza e Brianza.
Grazie agli appostamenti e alle intercettazioni degli agenti della Polizia Provinciale, le indagini hanno portato all'identificazione di tutti i componenti della banda criminale. Si tratta di due italiani di 47 e 50 anni e di un trentenne rumeno, tutti autisti dei tir dipendenti dall'acciaieria, e dei due titolari del rottamaio, sempre italiani ma di 35 e 55 anni. Un autotrasportatore 40enne residente a Bolzano era l'unico componente del gruppo «indipendente» coinvolto nei colpi.
Durante un blitz della polizia provinciale, al gruppo sono stati sequestrati circa 12mila euro in contanti, cellulari, coltelli a serramanico, fucili da caccia e dosi personali di hashish (uno degli autisti è anche risultato positivo al test per l'assunzione di cocaina).

La Procura ha siglato in queste ore la chiusura delle indagini che, nei prossimi giorni, si tradurrà in effettiva richiesta di rinvio a giudizio per i sei denunciati a piede libero per associazione a delinquere, appropriazione indebita e smaltimento illegale di rifiuti.

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