La McLaren vuol scippare il mondiale alla Ferrari

Il team anglotedesco ricorre contro i giudici che non hanno penalizzato Bmw e Williams. Ma Hamilton frena: "Io voglio vincere in pista"

La McLaren vuol scippare 
il mondiale alla Ferrari

San Paolo - I sogni non si toccano, i sogni si accarezzano, i sogni si proteggono con un sorriso. Come ieri sera Jean Todt, quando i suoi uomini, dopo che li aveva salutati alla festa mondiale, l’hanno avvisato dell’ennesimo colpo di coda della McLaren e di Ron Dennis: «Il team ha presentato un preavviso di ricorso sulla decisione dei commissari di San Paolo». All’altro capo il silenzio, poi, un sorriso. Non di amarezza o ironico o dispiaciuto, bensì il sorriso di chi si sente, di chi sa di non aver nulla da temere. Quindi, via, serenamente verso l’aeroporto.

Così, anche il mondiale meno atteso e previsto della storia ferrarista, il mondiale che tutti, nel team, paragonano per intensità a quello che nel 2000 mise la parola fine al lungo digiuno, si porta dietro le scorie di una stagione incredibile (sulla vicenda sarebbe pronto un comunicato Fia. Probabile l’annuncio della data dell’appello, anche se alcuni sostengono che potrebbe perfino mettere fine alla vicenda).

Per dirla con il presidente della Csai, il comitato sportivo automobilistico italiano, Luigi Macaluso, ovvero il consigliere Fia, l’uomo che difese la Ferrari durante il primo processo per la spy story, «è una gentilezza definire atipica e strana questa stagione, comunque, qualsiasi cosa succeda, io sono pronto, lo rifarei mille volte, a difendere i nostri colori presso la Federazione».

COMUNQUE FESTA
Nonostante il fastidioso colpo di coda del reclamo inglese, i ragazzi di rosso vestiti hanno festeggiato a lungo, domenica notte, presso il Jockey club di Morumbi. Più che danze e balli, tante chiacchiere e brindisi, tutti a stropicciarsi gli occhi e a dar pacche sulle spalle increduli per la vittoria. E Kimi? Il campione? Insieme a loro, in compagnia anche di Felipe Massa e, perché no, Barrichello e Liuzzi, pilota Toro Rosso. Poi tutti a un’altra festa, il party di fine stagione, con Kimi, finalmente, lasciato solo a se stesso.

IL RICORSO
E torniamo alla benzina dei team Williams e Bmw. Lo ricordiamo: è stata rilevata una temperatura inferiore al previsto, per cui non a norma, ma i tre giudici, Tony Scott Andrews, Antonio Vasconcelos e Elcio de Sao Thiago, hanno deciso di archiviare in quanto sono state rilevate delle discrepanze nelle misurazioni (il carburante non deve avere una temperatura inferiore di dieci gradi a quella ambiente) tra le rilevazioni fatte sui termometri dell’organizzazione e di meteo France. Fatto sta, Ron Dennis (che in molti ritengono colui che ha subito segnalato il problema alla giuria), ha poi fatto ricorso.
Ma a frenare sulla via giudiziaria al titolo è proprio Lewis Hamilton: «Vedersi portare via il titolo è un po’ crudele e probabilmente è negativo per l’automobilismo - ha detto il pilota britannico alla Bbc -. Sarebbe strano dopo lo splendido lavoro portato a termine da Kimi nelle ultime due gare e la sua vittoria a San Paolo. Io voglio vincerlo in pista il Mondiale, perché il titolo si conquista con stile, arrivando primo. Salire di posizione dopo la squalifica di altre persone non è il modo in cui voglio riuscirci».

LA FERRARI LO IGNORA
Noi siamo campioni. È il sentimento comune degli uomini rosso vestiti. «L'appello McLaren è uno stress inutile per tutti – ha detto dall’Italia il presidente Montezemolo -. Le regole dicono che se qualche vettura viene squalificata non è automatico che i punti vengano assegnati agli altri». Felice anche l’ad della Fiat Sergio Marchionne: «Ci sono rarissimi momenti in cui un manager si confronta con un’organizzazione che si muove in modo perfetto. Domenica è stato uno di questi, la Ferrari è stata perfetta. Io e i miei colleghi di Fiat Group la guardiamo con ammirazione».

I TEMPI DEL RICORSO
La Fia potrebbe anche decidere di soprassedere, prendendo così la prima vera decisione sensata della stagione. In attesa, va ricordato che per delle indagini relative a fatti avvenuti in pista, i gradi di giudizio sono due: il primo, quello in cui i commissari rilevano l’infrazione e decidono le penalizzazioni in classifica; il secondo, tramite il ricorso in appello.

Di solito si presenta un preavviso (come in questo caso) e poi si hanno alcuni giorni per confermarlo. Dopo di che si riunisce, a Parigi, la corte d’appello composta da tre giudici super partes scelti fra quelli incaricati dalla Fia.

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