Giornalista, scrittore, drammaturgo e fumatore, cosa pensa Massimo Fini della possibilità che presto a Milano venga vietato fumare nei parchi?
«Ovvio, ne penso malissimo».
Ovvio perché lei fuma?
«No, perché è ridicolo».
Ci spieghi meglio...
«È ridicolo pensare di tutelare la salute delle persone con un divieto: con tutto lo smog che respiriamo non sarà certo il fumo di una sigaretta inalato al parco a farci stare peggio».
Lei fuma nei parchi?
«Io fumo per strada, mentre cammino, anche perché abito davanti all'ex stazione Varesine e raso al suolo il bel bosco che c'era. Ecco, questa mi sembra una scelta dannosa per la nostra salute».
E però anche le sigarette fanno male.
«Sono contro il terrorismo diagnostico preventivo: non si può mica vivere costantemente nella paura, senza bere, né fumare».
Quante sigarette fuma al giorno?
«Ormai poche».
Non avrà mica smesso per motivi salute.
«No, semplicemente perché ora ne ho meno voglia e così fumo solo dopo cena».
Ma di questa proposta le dà più fastidio il principio o il divieto in sé?
«Il problema è che in questa società liberale tutto è diventato un divieto».
Qual è il divieto che la dà più fastidio?
«Tutti, ma se proprio devo scegliere direi quello dei ristoranti perché lo trovo cretino».
Come mai?
«Una città deserta è molto più pericolosa di una città dove le persone possono star fuori fino a tardi a divertirsi».
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