Alla memoria di Arafat un mega mausoleo da 1,5 milioni di dollari

Stremati dalla guerra (quella con Israele e il sanguinoso conflitto civile che divide Fatah da Hamas) e ridotti quasi alla fame, i palestinesi non hanno esitato a spendere 1,5 milioni di dollari per costruire un mausoleo a Yasser Arafat. L’anniversario della scomparsa del «padre della patria» dei palestinesi, morto tre anni fa a Parigi per cause mai pienamente accertate, è stato celebrato ieri alla presenza di decine di migliaia di palestinesi, giunti a bordo di pullman da ogni parte della Cisgiordania per presenziare all’inaugurazione ufficiale del mausoleo.
Il complesso del mausoleo dedicato ad Arafat comprende anche una moschea e un museo dedicato alla vita e all’azione politica del leader palestinese, ed è stato inaugurato all’insegna dello slogan «Una patria unita per un popolo libero». Durante la cerimonia ha preso la parola il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen (Abu Abbas), successore di Arafat.
Abu Mazen ha ricordato le fasi salienti dell’azione politica di Arafat e il obiettivo di tornare un giorno a Gerusalemme, ma ha approfittato per censurare ancora una volta il comportamento di Hamas. Mentre Arafat era il simbolo dell’unità nazionale, ha detto Abu Mazen, «Hamas lavora per la separazione della Striscia di Gaza dalla Cisgiordania», implicando che ciò costituisce un tradimento del testamento politico di Arafat.
Il leader dell’Anp ha accennato anche alla conferenza di Annapolis, in fase avanzata di organizzazione negli Stati Uniti, affermando che essa «rappresenta un’occasione storica per l’apertura di una nuova pagina nella storia del Medio Oriente», e un’occasione per realizzare il progetto politico di Arafat «di creare uno Stato palestinese indipendente, con Gerusalemme per capitale».
Il portavoce di Hamas a Gaza ha detto che gli integralisti islamici rispettano Arafat «come uomo e per ciò che ha rappresentato per la causa palestinese». Ma quando egli era vivo avevano violentemente criticato la sua linea di compromesso con Israele.
Ieri sera a Gaza i sostenitori di Fatah, il partito fondato da Arafat, sono sfilati per le strade del centro. Fatah ha organizzato anche una manifestazione in onore di Arafat nel campo profughi di Nusseirat. Ma l’iniziativa non è piaciuta alla polizia, controllata da Hamas, che ha interrotto la cerimonia. Secondo l’agenzia di stampa Wafa, alcuni sostenitori di Fatah sono stati arrestati e malmenati dagli agenti filo-Hamas. E oggi nella Striscia, per la prima volta dal putsch attuato in giugno da Hamas, organizzeranno in ricordo di Arafat una grande una manifestazione politica, sgradita agli islamici. Il clima non si preannuncia buono: i dirigenti di Hamas hanno dichiarato infatti che non consentiranno «ai criminali di nascondersi sotto le bandiere di Fatah».
Nel clima celebrativo si inseriscono anche le proteste della vedova di Arafat, Suha, che vive a Malta con la figlia dodicenne Zahwa. Proteste che non riguardano la situazione politica del suo Paese, bensì le sue «precarie» condizioni economiche. «Vivo solo con una pensione di 5.000 sterline al mese», ha detto Suha Arafat nella prima intervista rilasciata dopo la morte del marito a un giornalista del quotidiano inglese Times, Baria Alamuddin. Cinquemila sterline corrispondono a circa 7.

000 euro, una cifra da sogno non solo per i palestinesi. Figlia di un bancario e di una scrittrice, Suha era stata ripetutamente accusata in passato per il suo lussuoso stile di vita e per la pretesa di ottenere una pensione di milioni di dollari dopo la morte del marito.

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