Mercati incompiuti, ora tocca a Monteverde

Valeria Arnaldi

Vita dura per i mercati della capitale. E più ancora per i romani che abitano nei pressi di quelli che il Comune ha deciso di riqualificare. Sembra, infatti, che i vari progetti di restyling, invece dei vantaggi promessi, ai residenti dei diversi quartieri coinvolti abbiano portato solo disagi.
Dopo il mercato di Ponte Milvio, che aprirà con un anno di ritardo, e il «Trionfale» che costringe residenti e commercianti di via Andrea Doria a vivere assediati da bancarelle e sporcizia, è il turno di quello rionale in largo Sant’Eufrasia Pelletier, a Monteverde Nuovo. Qui, secondo il progetto, dovrebbe sorgere un mercato con parcheggio interrato a formula mista, ossia con posti auto per chi va a fare la spesa, ma anche box in vendita. L’assessorato al Commercio aveva previsto l’inaugurazione per lo scorso autunno, ma a distanza di sei mesi dalla scadenza l’area è ancora occupata dal cantiere e della futura struttura si vede solo la piattaforma che dovrà poi essere attrezzata per ospitare i banchi. «I lavori sono fermi da lunghissimo tempo - spiega Fabrizio Santori, consigliere del XVI municipio -. Mancano i fondi per attrezzare il plateatico. Gli oneri concessori che sulla carta erano stati destinati proprio a questo intervento, sono stati utilizzati per il trasferimento temporaneo dei banchi in un’area di proprietà della Croce Rossa, tra Monteverde e Portuense, che prima era verde, e ora è stata coperta di cemento. Una vera e propria beffa che scontenta tutto il quartiere: i residenti che hanno perso un giardino loro destinato dal nuovo piano regolatore, e i commercianti che sono stati fortemente danneggiati dal trasferimento». Sembrano essere molto pochi, infatti, i vecchi clienti che hanno seguito i venditori anche nella nuova sede, senza contare il minore passaggio di persone, quindi di possibili acquirenti, e le strutture che sarebbero poco invoglianti.
«Ci sono i servizi igienici - prosegue Santori - ma sono provvisori, progettati e realizzati per avere una durata limitata nel tempo. La precarietà della sistemazione da un lato e le lungaggini del cantiere dall’altro hanno inciso profondamente sulla vita del mercato. Su un totale di circa trenta operatori, dieci si sono ritirati e molti altri, pur mantenendo la proprietà del banco, preferiscono andare a vendere altrove. Sono costretti a farlo, se vogliono guadagnare». Il profitto non mancherebbe, invece, ai proprietari dei nuovi posti auto. Sulle transenne che delimitano il cantiere fanno bella mostra di sé cartelloni che pubblicizzano la vendita e l’affitto dei box. Il parcheggio interrato, su tre livelli, sarebbe terminato, e anzi sarebbero stati addirittura realizzati più posti - destinati alla vendita - di quelli previsti, ridimensionando lo spazio destinato a quelli per i clienti del mercato. «I prezzi dei singoli box sono saliti vertiginosamente, arrivando a costare tra i 40mila e i 50mila euro - conclude Santori -. Quelli a rotazione, che dovrebbero essere gratuiti, sono ultimati ma non utilizzabili, mentre quelli privati sono stati messi subito in vendita, favorendo una vera e propria speculazione. Le cifre da capogiro li hanno resi accessibili a pochi, che ora cercano di affittarli a chi vive in un quartiere congestionato dal traffico».

A tre anni dall’avvio di lavori, il bilancio per la zona sembra essere negativo: i residenti hanno perso un’area verde, i commercianti parte dei guadagni, il quartiere un mercato vivace, senza contare la mancata manutenzione di marciapiedi e strade, prevista dal progetto capitolino di riqualificazione.

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