"La mia tournée più bella e una nuova maturità. Ho bocciato tanti rapper". Intervista a Laura Pausini

Esce il brano "Ciao", da novembre altri concerti italiani. "Vendo più biglietti ora di trent'anni fa"

"La mia tournée più bella e una nuova maturità. Ho bocciato tanti rapper". Intervista a Laura Pausini
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«Ma davvero mi preferivate bionda?» scherza Laura Pausini arrivando sul bus a due piani che gira per il centro di Milano a tarda sera. Presenta il nuovo brano Ciao (Chao), che è firmato anche da Sam Smith e fa parte della versione digitale del disco Anime parallele, appena nominato ai Latin Grammy. Ennesima nomination per l'artista italiana più premiata nel mondo che l'altro giorno ha stupito (sconvolto) tanti presentandosi bionda nel videoclip del brano, su di una copertine e nelle oceaniche ricadute social. «Ma no, era solo una parrucca» spiega lei, vera e verace parlando ai giornalisti in mezzo al traffico, mentre dai marciapiedi il pubblico urla e la festeggia quasi fosse una squadra che ha appena vinto lo scudetto. «Non avevo intenzione di pubblicare niente, ma ad agosto mi è arrivato questo brano e l'ho voluto subito cantare senza modificare nulla, neanche il suono club che per me è una novità» dice al microfono mentre il pullman è in coda davanti alla stazione Cadorna. Un brano che ha una dedica personale e un significato universale.

Quello personale?

«Si riferisce al rapporto con una mia amica, che si chiama Rosaria (presente vicino a lei - ndr), con la quale ho lavorato per tantissimi anni. Abbiamo sempre vissuto in simbiosi, ha fatto una tesi su di me, siamo diventate amiche e collaboratrici. L'ho portata a Roma e il nostro rapporto è cambiato. Per salvarlo ci siamo separate, non ci siamo sentite per un po'. Io pensavo di reagire come ho sempre fatto, e cioè cancellarla ma ho scoperto un modo nuovo di lasciar andare le persone che mi hanno delusa. Rosaria è libera di vivere la propria vita ma sarà sempre nella mia».

E il significato più generale del brano?

«Ormai siamo troppo veloci a cambiare qualsiasi cosa, anche le persone. Siamo diventati troppo liquidi. Invece è giusto lasciare che i rapporti si evolvano senza dare una colpa ed eliminarli».

A proposito di velocità, con i suoi concerti sta girando il mondo e a novembre torna in Italia (il 27 e 28 altri due Forum a Milano).

«Ma lo sa che è il tour nel quale ho venduto più biglietti? Più anche di quando avevo vent'anni (oltre 450mila - ndr). Chiuderò a Messina il 31 dicembre con uno speciale concerto di fine anno».

Ciao esce a poche settimane di distanza da Zeri in più (Locura) inciso con Lazza.

«Ha detto che è strageloso di me e anche io lo sono (sorride - ndr). Quando l'ho visto al Festival di Sanremo gli ho scritto in privato e poi ci siamo parlati. Oh posso dirlo? La sua cultura musicale mi ha stupito, lui suona tutto, non solo il rap. Ed è coraggioso».

Pausini e rap sono mondi musicali distinti e distanti.

«Quella con Lazza è una delle collaborazioni che mi sono piaciute di più nella mia carriera. È stato davvero l'unico in questi anni a propormi qualcosa di particolare».

Mai altri rapper prima?

«Sì ho ricevuto parecchie offerte di collaborazione, ma ho ascoltato i testi dei rapper in questione e ho detto no».

Lazza è atipico. Ad esempio evita i cosiddetti «dissing» e si sta sganciando dai luoghi comuni del suo genere come esibire ricchezza ad esempio.

«Sono contenta che stia cambiando. Il suo è un mondo artistico molto difficile, legato ad apparenza e immagini precostituite. Quando mi ha proposto il brano Zeri in più ho detto: accidenti l'inizio sembra il Padrino. Poi ho chiesto un paio d'ore per ascoltarlo bene e alla fine ho accettato».

Entrambi avete uno stile vocale sorprendente, in quella canzone.

«Pensi che non dovevamo neppure fare il video, ma poi ci siamo gasati e abbiamo girato anche quello».

Chi le piace tra i rapper?

«Marracash e Ghali, ma pure Irama. Anna? Conosco la sua canzone più famosa perché mia figlia la canticchia tutto il giorno».

Rap e autotune.

«Finché l'autotune resta uno strumento stilistico non ho problemi. Ma trovo scandaloso far pagare un biglietto per un concerto nel quale l'interprete usa quello e basta e non canta mai davvero».

Tra pochi mesi si chiude il tour dei trent'anni di carriera.

«Ho già qualche idea per il futuro, diciamo per il 2025 e 2026. Ma non voglio più ansia da prestazione, vorrei anche divertirmi e fare ciò che mi piace».

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