Il Milan dei rimpianti tiene ancora in ansia la Juve

Doppietta di Inzaghi contro il Livorno: secondo posto assicurato e bianconeri sempre a tre punti avanti. La spinta di Jankulovski

Franco Ordine

da Milano

Il secondo posto del Milan è in cassaforte. Salve le vacanze dei giocatori, anche la società può iscrivere nel proprio bilancio una cifra importante, 21 milioni di euro, l’incasso globale della prima fase di Champions league che è garantito. Tutto bello, tutto roseo, tutto a posto? La risposta è no, naturalmente. Perché nello stadio di San Siro scende un silenzio imbarazzante appena arriva la sequenza senese della Juventus che pure non toglie al Milan la necessaria serenità e la grande voglia di mettersi al pezzo e confezionare il successo domestico numero 17 su 18 gare, un solo pareggio reso alla Samp (papera di Dida). Il secondo posto è in cassaforte ma luccicano altri riflessi dorati del Milan che chiude la sua stagione con una prodigiosa cavalcata: non gli porta in dote alcun trofeo, d’accordo ma non si può considerare carta straccia i 14 punti soffiati all’Inter o svalutare le 11 lunghezze guadagnate sulla Juve in questo finale eccitante. Il campionato gli deve un grazie grande così, altrimenti vivrebbe solo del duello Fiorentina-Roma per la quarta piazza di Champions league.
Quattro giorni dopo Barcellona, il Milan rimette piede nel torneo continentale, senza passare dalla porta di servizio del preliminare eppure non è questo l’isolato risultato collezionato dai berlusconiani. Nelle pieghe di un agevole e brillante successo sul Livorno infatti, si può e si deve sottolineare l’acquisto da parte di Ancelotti di un giocatore mai avuto a disposizione nei mesi passati. Si tratta di Jankulovski, costato 8 milioni di euro, considerato un puntello decisivo per il centrocampo ma condizionato dal rovinoso incidente patito all’Olimpico (Cufrè l’autore) nella stagione scorsa. Ammirato a Messina, in gol, si rifà vivo al posto dello squalificato Seedorf, apparecchia il primo cross che consente a Inzaghi di “bucare” un superAmelia e condisce la sua prova con tanta corsa e grande sostanza. «È riconfermatissimo» fa sapere Galliani. L’altra lieta novella riguarda anche Lippi e il mondiale, non solo il Milan tenuto in piedi da un campione dell’area di rigore. Pippo Inzaghi è sulla rampa di lancio per la Germania e non solo perché Bobo Vieri è alle prese con i soliti acciacchi e un clamoroso ritardo sulla tabella di marcia di guarigione. «Maledetta tonsillite» chiosa Ancelotti e lo si può capire.
Pippo è fondamentale per le partite domestiche, meno per le prove fuori casa. E invece il suo malanno costrinse Ancelotti a schierare Gilardino a San Siro e Inzaghi al Camp Nou, contro natura insomma. Fatalità, vien da dire. Due i gioielli di ieri: il primo su un blitz di Jankulovski, deviato leggermente da un difensore livornese, il secondo su un servizio di Sheva, sfiorato da Cafu. In uno va all’appuntamento col pallone a occhi chiusi, a mezz’altezza, nell’altro realizza, al volo, una giravolta che è una piccola impresa balistica. Non sono gli isolati pericoli alla porta del Livorno, difesa da Amelia. Il portiere evita almeno altre quattro stilettata al cuore, la traversa timbrata da Shevchenko gli offre un valido aiuto.
Ecco, a proposito di Sheva, viene fuori l’unica nuvola di ieri. Al cambio (con Gilardino), l’ucraino non la prende benissimo. «Se ha qualcosa da dirmi, lo farà a quattr’occhi con me negli spogliatoi» chiosa Ancelotti. E sembra la fine di una tempesta in un bicchier d’acqua. Adesso, per il Milan, restano altri 180 minuti da onorare. I secondi rischiano di chiudere a 88 punti con un pugno di mosche in mano. È vero.

Ma non è solo una beffa. È l’unico modo per costringere la Juve a festeggiare lo scudetto già stravinto a Reggio, all’ultimo secondo dell’ultima turno. Una piccola soddisfazione, ma in questi casi si prende quel che si può.

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