Milan, già in campo l’unità di crisi: «A caccia di rinforzi»

Riunione di Galliani con lo staff per studiare rimedi e gli acquisti in difesa e attacco. Ancelotti ai suoi: «Più voglia di combattere». Ai critici: «Non sono portavoce di nessuno»

Milan, già in campo l’unità di crisi:  «A caccia di rinforzi»

Franco Ordine

Riunione dell’unità di crisi a Milanello. Non è la prima della storia ventennale della presidenza Berlusconi, ma forse una delle più attese e temute. Adriano Galliani, di primo mattino, letti i giornali e il sito ufficiale che riprende al volo la storia delle dichiarazioni rese da Ancelotti sul conto di Pieri durante «moggiopoli», s’infila in auto e raggiunge il centro sportivo rossonero. All’ordine del giorno l’emergenza rossonera: deficit di risultati, deficit di condizione fisica, deficit di gioco e di motivazioni. Quanto basta per sedersi intorno a un tavolo, al primo piano della palazzina centrale, e cominciare un esame spietato. Che decolla con la relazione tecnica dell’allenatore e si conclude con la lettura dei dati di milanlab e i confronti con le precedenti stagioni. Le schermate del computer di Tognaccini segnalarono per tempo, nell’imminenza del cambio di programma effettuato per provare a vincere il turno preliminare di Champions league, l’evento negativo.
C’è il rischio di una caduta dello stato fisico tra fine ottobre e metà novembre: pronostico centrato. La conclusione è una e una soltanto e si può leggere in chiaroscuro nelle parole poi dettate da Carlo Ancelotti durante la conferenza-stampa dedicata alla partita di coppa Italia. «Certe partite si vincono anche con la forza, non credo sia una censura eccessiva nei confronti della mia squadra. Affrontiamo spesso avversari molto determinati e anche noi dobbiamo ogni tanto tirare fuori questa qualità» è la sua conclusione che si sposa, quasi alla perfezione, a incastro, con l’analisi di Arrigo Sacchi, intervenuto per segnalare che «non è accatastando giocatori su giocatori» che si risolvono i problemi complessi del Milan ma recuperando lo spirito di sacrificio, l’attenzione e la tensione giuste.
Il Milan deve tirare fuori gli artigli e l’orgoglio dei giorni migliori, per resistere nelle curve a gomito di novembre e dicembre, prima di guadagnare la lunga sosta invernale (tre settimane) durante la quale si può procedere a lavorare per tre obiettivi: sondaggio sul mercato per puntellare la rosa, dare il riposo meritato ai guerrieri azzurri provenienti da Duisburg, rimettere benzina nel serbatoio con una preparazione adeguata che possa condurre il Milan fino alle battute decisive di maggio. Sul primo punto, l’apertura di Adriano Galliani rispetto alle passate dichiarazioni, è clamorosa. «Calcio-mercato? Vedremo» è la sua risposta alla luce degli ulteriori sviluppi negativi. Questo significa che il Milan è pronto a correggere alcuni errori. Il recupero di Gattuso, previsto dopo la sosta natalizia, esclude interventi sul centrocampo: il professor Martens ha confermato che alla distorsione del ginocchio sinistro sono interessati i legamenti, ma non c’è lesione. Dunque saranno difesa e attacco i reparti da puntellare. La scelta, naturalmente, dovrà essere orientata in modo tale da reclutare calciatori in grado di partecipare anche alla coppa dei Campioni che riprenderà a fine febbraio.
Da stasera il calcio e la vita, per il Milan, riprendono con la coppa Italia in cui viene schierato il Milandue, naturalmente, con un solo primavera in campo dall’inizio (Lunati) e con il rilancio di qualche riserva rimasta in ombra per motivi diversi (Favalli recuperato dagli acciacchi, Borriello per esempio più Oliveira e Bonera centrale), accompagnati per mano da Seedorf che adesso in patria confessa anche di voler partecipare come fuori-quota a Pechino 2008. «Quello che ho esternato è quello che penso, non sono in confusione e sono onorato di essere in sintonia con la società, non faccio di mestiere il portavoce però e non rispondo né a Zamparini né a Garrone.

Il discorso è chiuso, non ho mai usato il termine complotto, ho parlato di errori che ci penalizzano» la sintesi di Ancelotti. Chi pensa di poterlo mettere all’angolo non deve conoscere di che pasta è fatto Carletto. Un finto pacioccone.

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