Prendete un Comune. Uno qualsiasi. E adesso provate a immaginare che il rapporto tra i chilometri di strada di quel Comune e il numero di incidenti sia quasi 39. Cioè: per ogni chilometro di strada ci siano stati 39 incidenti nel 2016. Ora provate a prendere una provincia italiana a caso e immaginate che nella classifica dei 20 Comuni con il più alto tasso di incidentalità, 16 facciano parte proprio di quella provincia. Fatto? Bene. Adesso andiamo al sodo: il Comune che ha le strade più incidentate d'Italia è San Giorgio a Cremano. L'Ivass, l'Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, ha certificato che nel 2016 il rapporto tra chilometri di strada e numero di incidenti sia, appunto, 39, il più alto d'Italia. Praticamente guidare a San Giorgio a Cremano è come salire su un autoscontro. La provincia, invece, che contra 16 comuni nella classifica dei primi 20 più pericolosi del Paese è quella di Napoli, di cui fa parte proprio San Giorgio a Cremano. In particolare sono occupati da comuni napoletani le prime 8 posizioni della classifica mentre al nono c'è Melegnano, in provincia di Milano, che ospita uno dei più grandi svincoli autostradali d'Italia. Un ranking stupefacente.
Ma se si guardano i dati ufficiali dell'Italia stradale le stranezze non si fermano qui. Prendiamo un'altra classifica, quella delle multe e partiamo da Milano, da sempre ai vertici della classifica dei comuni più multati d'Italia. Il valore delle contravvenzioni elevate a Milano nel 2015 è stato di 405 milioni. Attenzione: non si tratta dei soldi incassati, si tratta dei soldi che teoricamente il Comune dovrebbe incassare al lordo dei ricorsi e degli annullamenti. Tanto è vero che nel 2016 i milioni incassati dal Comune sono stati «solo» 157 che comunque la piazzano al primo posto in Italia. Anche in questo caso qualcosa non torna: secondo il sito di datajournalism Truenumbers.it il dato del 2015, in particolare, l'ultimo confrontabile, dice che le multe elevate a Milano sono quasi pari, per importo, a quelle di tutto il Belgio. Ma sono anche, e soprattutto, pari a 103 milioni in più di quelle di Roma e 200 in più di quelle di Parigi. I casi sono tre. Primo: i milanesi hanno una particolare vocazione a violare le regole della strada e per questo si beccano quasi le stesse multe del Belgio. Secondo: il Comune, per fare cassa, ordina alla Polizia municipale e agli ausiliari del traffico di mitragliare di multe i milanesi per poi presentarsi con la faccia pulita di chi non ha aumentato le tasse. Oppure, terzo: gli altri comuni d'Italia, per motivi di consenso politico, impongono ai propri addetti alla sicurezza stradale di andarci piano.
Questo potrebbe essere il caso di Torino. Il sindaco Chiara Appendino, appena eletta, nel 2016, confermò la promessa elettorale di combattere senza quartiere l'inciviltà stradale dei concittadini. Promise multe senza pietà a chi parcheggiava in seconda fila, a chi andava troppo veloce e a chi non rispettava il semafori. Il risultato è che nel primo anno «completo» di sindacatura appendiniana le multe a Torino sono calate: dalle 759.829 nel 2016 si è passati alle 705.403 dell'anno scorso. A onor del vero il calo c'è stato anche a Milano: da 3.559.014 del 2015 a 3.384.631 del 2016, ma il sindaco Sala non ne ha fatto un tema della campagna elettorale.
Torniamo a Milano. Il tipo di contravvenzione che è aumentata di più è quella a carico di chi guida con il cellulare in macchina. Nel 2016 queste multe sono cresciute del 34,5% rispetto all'anno precedente mentre sono calate del 24,3% le multe per eccesso di velocità e del 15,3% quelle per chi passa con il rosso al semaforo e viene beccato dalla telecamera. Le multe per divieto di sosta sono aumentate, ma solo del 4,6%.
A proposito di cellulare in macchina: in Italia l'importo minimo della multa è 160 euro (quella massima è di 464). Molto, ma molto meno di quanto si paga in Olanda dove l'importo minimo è addirittura di 230 euro. O in Spagna, 200 euro, mentre in Turchia ce la si può cavare con appena 20 euro.
Ora, per tornare a San Giorgio a Cremano: sarebbe interessante sapere se i 39 incidenti per chilometro che avvengono sulle strade del piccolo comune siano dovuti a persone che parlano al telefono mentre guidano oppure a una vocazione alle truffe assicurative che portano con loro l'aumento del premio assicurativo per tutti i napoletani. Purtroppo l'Ivass non ha questi dati. Ma per darsi una risposta non c'è bisogno di averli.
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