Milano dà l’addio a Roveraro: «Saremo in tanti a ricordarlo»

Oggi alle 14.45 i funerali a Santa Maria Segreta. Presenti i vertici dell’Opus Dei. Niente fiori, ma donazioni ai bimbi del Gaslini

Gaia Cesare

Niente fiori, piuttosto una donazione alla Fondazione Gaslini di Genova, per la cura e l’assistenza dell’infanzia. È l’unica richiesta avanzata dalla famiglia di Gianmario Roveraro, nel giorno dei funerali del finanziare ucciso e fatto a pezzi dagli uomini che il 5 luglio lo rapirono a Milano. Una richiesta all’insegna dello stile del «banchiere buono», in linea con il suo impegno sociale e la sua dedizione per i giovani.
Per tutti quelli che di Roveraro avevano imparato ad amare la discrezione, la fede incrollabile, l’altruismo, oggi sarà il giorno dell’ultimo saluto. Parenti, amici e collaboratori si ritroveranno alle 14.45, nella Chiesa di Santa Maria Segreta, dove si svolgeranno i funerali, a poca distanza da via Alberto da Giussano, residenza milanese della famiglia. Un rito che si ripeterà domani (ore 15 nella cattedrale San Michele) ad Albenga, il paese di origine del finanziere, in provincia di Savona. Qui Roveraro verrà seppellito in una cappella di famiglia.
A officiare la messa sarà monsignor Gianfranco Poma, il parroco che alla notizia dell’uccisione del banchiere incontrò la vedova Silvana e i figli per un breve colloquio. Allora come oggi i familiari preferiscono restare nel silenzio, vivere con discrezione il loro dolore. Parla invece - ricordandone l’impegno «esemplare», «la personalità straordinaria» e la forte amicizia - Aldo Capucci, membro della direzione nazionale dell’Opus Dei di Milano. Insieme a lui oggi sarà presente una delle massime personalità dell’Opus Dei, il vicario per l’Italia, monsignor Lucio Norbedo, oltre che altri dirigenti italiani della prelatura.
«Il dolore per la sua scomparsa aumenta ogni giorno. È impossibile darsi pace per questa vicenda, dura e barbara per i modi in cui l’uccisione è avvenuta», dice Capucci. Che diffida del racconto degli aguzzini di Roveraro, delle parole di Filippo Botteri, l’uomo che all’alba dell’8 luglio gli ha sparato il colpo fatale per poi accanirsi contro il cadavere del finanziere: «Dubito che gli abbia detto quella frase, “Ve la farò pagare”, non era nello stile di Roveraro pronunciare parole di vendetta». Poi una precisazione doverosa, a nome dell’Opus Dei: «Non abbiamo mai dubitato né espresso alcun giudizio sull’operato dei magistrati», aggiunge Capucci. «Oggi però è il giorno del tributo all’uomo, il giorno in cui tutte le persone che gli volevano bene si stringeranno attorno alla famiglia per ricordarlo».
«Mi auguro ma sono certa che saremo in tanti ai suoi funerali. Gianmario era una persona stimata e circondata di affetti - dice con la voce rotta dall’emozione Rita Zecchel, imprenditrice milanese oltre che amica di Roveraro -. Quello che è successo è una cosa terribile, troppo dolorosa».


«Quali altri parole si possono spendere per una vicenda così atroce? - dice dalla Sicilia Giuseppe Corigliano, portavoce dell’Opus Dei, che non potrà partecipare alla funzione di oggi -. Noi vogliamo solo che Gianmario sia ricordato per quello che era, un uomo amante della correttezza e della verità».

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