Milano - Stavolta quel muro che hanno imbrattato con le loro scritte dovranno andare a ripulirlo. Paolo e Roberto, due giovani di 23 e 29 anni, lo scorso luglio avevano imbrattato con una bomboletta spray una scuola di via Baravalle, a Milano; ora dovranno rimediare. L'ha stabilito il giudice di pace.
Cosa chiedeva il Comune La decisione del giudice è arrivata nonostante l’accusa e la parte civile, ovvero il Comune, avessero chiesto una condanna a lavori socialmente utili. Il giudice ha poi rinviato l’udienza al 16 luglio, per verificare l'avvenuta cancellazione delle scritte.
Ammissione di colpa Da parte loro i due giovani hanno ammesso aver fatto una "ragazzata" ma hanno negato di essere dei "writer abituali". Questa precisazione - evidentemte ritenuta fondata - forse li ha salvati. I due ragazzi però hanno anche precisato di non aver nulla contro i "veri" writers perché "in questa città succede di peggio", purché non si imbrattino i monumenti "perché l’arte non deve coprire l’arte". Il processo di oggi ha dato il via a una serie di iniziative giudiziare contro i writers denunciati nel 2008 dal Nucleo decoro urbano della polizia municipale.
Attività riparatoria I due giovani imbrattatori cominceranno la loro attività "riparatoria" nei prossimi giorni e se verrà ritenuta idonea il giudice di pace dichiarerà estinto il reato.
In caso contrario il processo si riaprirà e il comune di Milano, che aveva sporto querela e che attualmente è parte offesa, si costituirà parte civile per chiedere il risarcimento danni: probabilmente qualche migliaio di euro anche per coprire le spese dell’attività anti graffiti che in due anni è costata a palazzo Marino circa 25 mila euro.
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