A Milano Gucci presenta una collezione sulla «montagna chic», ispirata a 007. John Richmond si lascia influenzare dalle atmosfere noir del «conte» In passerella sfilano Dracula e James Bond

Cinema protagonista anche da Valentino, che ricrea l’eleganza di Steve McQueen. Bikkembergs si ispira al mondo dei motori

A Milano Gucci presenta una collezione sulla «montagna chic», ispirata a 007. John Richmond si lascia influenzare dalle atmosfere noir del «conte» In passerella sfilano Dracula e James Bond

da Milano

Il miglior 007 dopo quelli interpretati da Sean Connery, un Dracula irresistibile come Gary Oldman nella stupenda pellicola di Francis Ford Coppola, la brutta copia di Mad Max e un buon remake de Il caso Thomas Crown, il primo film in cui Steve McQueen riesce a farne di tutti i colori senza perdere l’aplomb. Sembrava di essere al cinema invece che alle sfilate del prossimo inverno ieri a Milano moda uomo sulle passerelle di Gucci, John Richmond, DSquared e Valentino. Nessuna citazione cinematografica da Bikkembergs, anche se i suoi modelli sono pensati per uomini che vivono «Sognando Beckham» e hanno sempre il fiato sul collo come Shaft.
Frida Giannini ha fatto una collezione Gucci che nel suo genere può essere definita un capolavoro perché mischia senza prendersi troppo sul serio gli elementi di stile del jet set sulle nevi di Saint Moritz, Cortina o Gstaad con il dinamismo sciistico di James Bond in Al Servizio Segreto di Sua Maestà, l’unica pellicola interpretata da George Lazenby, pessimo attore, ma ottimo indossatore di un guardaroba da vacanze di Natale molto più chic e internazionale dell’omonimo cinepanettone dei fratelli Vanzina. «Ci mancherebbe altro - inorridisce la stilista - definirei quest’immagine snow glam perché, a dispetto delle condizioni climatiche attuali, l’uomo Gucci va in montagna con sportiva eleganza». Niente di tecnico, quindi, ma molto stile con dettagli pieni di sana ironia tipo il ciuffo di piume del cappello da alpino usato al posto della pochette nel taschino delle belle giacche di cashmere o tweed con colli di pelliccia staccabili. Gli affusolati pantaloni da sci sdrammatizzano i modelli più lussuosi come un sette/ottavi di visone stampato a macchia di leopardo, il giaccone in opossum trattato da cincillà e le giacche da smoking (tra cui una, meravigliosa, in breitschwantz color vin brulé) sempre indossate su sottili pullover a collo alto con tanto di polsini e gemelli al posto della camicia. Insomma con un uomo così sexy e sicuro di sé varrebbe la pena di accendere il camino anche ai tropici.
Quello di John Richmond è un irresistibile seduttore fatto apposta per spezzarti il cuore: bastardo dentro, ma bello da morire con i suoi perfetti completi sartoriali in velluto 2000 righe nero illuminati da un filo di lurex indossati di giorno sotto al sublime trench dalla doppia cintura, e di sera con mantello, cilindro e bastone dotato di teschio d’argento. Quel che in sfilata sembra il gemello del Dracula di Bram Stoker, per lo stilista è un rapper tipo Snoop Doggy Dog che ha incontrato la tradizione sartoriale inglese. Piace anche a chi parla di «stile da pappone», mentre il guerriero cattivissimo disegnato dai gemelli Dean e Dan Caten per la linea DSquared controllata da Renzo Rosso lascia a dir poco perplessi. Infatti non basta ricostruire divinamente il set di Mad Max in passerella per giustificare la presenza di ferocissimi cani e di armi improprie tipo le sciarpe fatte da un mazzo di catene che fanno da contorno a una collezione senza novità.
Ben altro respiro la moda proposta da Valentino, con tutte le certezze vestimentali dell’uomo rivedute e corrette da nuove proporzioni, dalla sapiente alternanza dei pesi dei tessuti e dall’uso veramente fenomenale del non colore. I primi modelli sono una sinfonia di bianchi: dal mastice al panna passando per l’ottico. Poi cominciano le alternanze con i grigi. E perfino le solite fantasie maschili tipo gessato, principe di galles, spigato oppure occhio di pernice hanno un sapore nuovo che è il segreto della vera eleganza. L’icona di riferimento? Per qualcuno è Giancarlo Giammetti, storico socio del couturier, altri pensano a Matteo Marzotto, ma in entrambi c’è qualcosa di Steve McQueen in quel bellissimo film: un’ossessione estetica che ha motivo di essere.

L’uomo di Bikkembergs è ossessionato invece dal calcio, dalla bella vita e dalle auto sportive. Porta giacche e piumini fatti con gli interni in pelle delle Porsche, splendidi borsoni e braghe che fanno giustizia ai muscoli del sedere. La prima cosa che le donne guardano in un uomo e, purtroppo, non solo loro.

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