Milano - Filippo Penati fa le valigie. Guido Podestà è il nuovo presidente della Provincia di Milano. Il candidato Pdl conquista Palazzo Isimbardi col 50,2 per cento dei consensi contro il 49,7 per cento raccolto dal candidato della sinistra. Una vittoria all’ultima scheda, al cardiopalma: vantaggio di 0,4 punti percentuali che in valore assoluto si traducono in 4626 voti.
Margine di una vittoria per un soffio e fortemente voluta da Silvio Berlusconi per cancellare l’«anomalia» Penati, come l’ha definita il premier: «Un’amministrazione di sinistra che per cinque anni ha impedito lo sviluppo e il benessere di Milano e della sua provincia». Giudizio sottoscritto dai milanesi che al primo turno avevano dato a Podestà un vantaggio di dieci punti sull’inquilino uscente di via Vivaio, sede dell’amministrazione provinciale. E anche al secondo turno, chiosa Guido Podestà, «gli elettori hanno confermato la voglia di girare pagina, di dare un futuro alla loro Provincia».
Ma l’attesa per il risultato vincente è stata davvero lunga nella sede del Pdl, dove i ministri Mariastella Gelmini e Ignazio La Russa hanno vissuto passo passo con Guido Podestà le tappe dello spoglio. Che solo all’inizio, con 204 sezioni, ha visto Penati in lieve vantaggio su Podestà. Poi, è stato un susseguirsi di scrutini sempre a favore del candidato Pdl con molta attesa e trepidazione per i seggi dei comuni da sempre più vicini alla sinistra: Bresso, Cornaredo e Sesto San Giovanni. Ma anche quest’ultimo Comune ritenuto roccaforte di Penati - è stato prima assessore e poi sindaco Pds-Ds - non ha deluso il centrodestra e il vantaggio di Podestà non è stato intaccato. Conquista, insomma, al fotofinish senza mai consentire a Penati di consumare il sorpasso. «Siamo riusciti, Guido, a non farci scippare una vittoria che c’era già» ha commentato il premier Berlusconi nell’ultima telefonata a Podestà. Già, da villa San Martino, in quel di Arcore, il presidente del Consiglio ha seguito con molta partecipazione lo spoglio per la Provincia di Milano.
E Guido Podestà nella sua prima dichiarazione «dedica» la vittoria al presidente perché «credo che in questi quindici anni, Silvio Berlusconi, abbia regalato a tutti gli italiani una prospettiva diversa da quella che altri avrebbero pensato». Poi, analizzando l’appeal del voto, Podestà ha aggiunto: «È stata la vittoria per la determinazione che abbiamo avuto, dimostrando che abbiamo una coalizione molto coesa. Abbiamo avuto la forza di partire uniti e di non farci attrarre da facili logiche di assegnazione di posti a questo o a quest’altro». Una condizione resa possibile, rimarca il neopresidente della Provincia di Milano «dall’organizzazione del Pdl e anche della Lega». Sì, la Lega come garantito da Umberto Bossi ha votato compatta per Guido Podestà: «Con la Lega si vince e cade Milano. L’accoppiata Bossi-Berlusconi è davvero formidabile» annota il ministro Roberto Calderoli che con Giancarlo Giorgetti e Matteo Salvini ha condiviso le concitate battute di un successo atteso e voluto.
Non manca però, naturalmente, chi valuta non esaltante il risultato del centrodestra e a questi replica il ministro Gelmini: «Strappare alla sinistra la Provincia è un fatto importantissimo. L’astensione ha avuto un peso nella riduzione del margine di vantaggio ma il risultato è fortemente positivo per il centrodestra. E poi consente di fare gioco di squadra tra governo nazionale, Regione Lombardia e Comune di Milano». Virgolettato seguito dalla dichiarazione del ministro La Russa: «Sono molto soddisfatto perché nonostante un’affluenza così modesta e una legge iniqua come quella del ballottaggio, che avrebbe potuto far vincere il candidato che aveva preso meno voti al primo turno, abbiamo vinto. Non fosse andata così sarebbe stata una rapina».
La «rapina» firmata Filippo Penati però non c’è stata. Anzi, dal comitato elettorale dell’ex presidente della Provincia si parla di «perdita a un passo dalla meta» guardando al voto raccolto tra i seggi del Comune di Milano: «Non siamo riusciti ad allungare la mano. Abbiamo recuperato migliaia di voti ma alla fine ne sono mancati poco meno di cinquemila. C’è dunque un centrosinistra riformista che è comunque in grado di battere le destre a Milano e questo può essere l’inizio di un cammino politico in un momento di difficoltà del centrosinistra».
Come dire: «Milano diventa punto di riferimento per ripartire». Valutazione di Penati che in una telefonata a Podestà gli ha «augurato buon lavoro».
E, neanche mezz’ora dopo la vittoria, mentre il Pdl stappava spumante, «liberava» Palazzo Isimbardi e inneggiava «su Filippo non t’arrabbiare l’importante è partecipare», Podestà si è incontrato con il sindaco di Milano Letizia Moratti per discutere di «sicurezza».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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