Accoltellato dall’amico, ragazzino in fin di vita

Paola Fucilieri

La lite è nata per motivi a dir poco assurdi, soprattutto in considerazione delle conseguenze: un 17enne (compirà 18 anni tra due mesi) in prognosi riservata dopo un’operazione che gli ha salvato la vita per un miracolo e un quindicenne portato al Centro di prima accoglienza «Cesare Beccaria» con l’accusa di tentato omicidio.
Centro sportivo di Boffalora sul Ticino, giovedì sera, ore 23.15. È in corso un campionato di calcetto all’aperto e tra il pubblico di giovanissimi, all’improvviso, nasce un po’ di maretta. «Vammi a comprare le noccioline» dice un ragazzo, con fare da bullo a un altro, più giovane e all’apparenza, più mansueto. Quest’ultimo, però, rifiuta, deciso; l’altro gli rifà la richiesta e si sente rispondere di nuovo un «no», forse ancora più stizzito del precedente. Nasce una lite. All’inizio dai toni scherzosi che, però, con il passare dei minuti, prende una piega molto più seria e dalle parole si passa ai fatti. Fatti seri: il quindicenne estrae un coltello a serramanico con una lama lunga otto centimetri e lo conficca nel basso ventre di quell’altro.
A quel punto, dinanzi a quel gesto, la folla che fino a quel momento ha circondato i due giovani si dilegua. È un fuggi-fuggi generale tra il pubblico del calcetto, mentre il ragazzo ferito si tiene una mano sulla pancia sanguinante e, intanto che si accascia a terra, cerca disperatamente un appoggio; l’altro, forse impaurito, è il primo a scappare confondendosi tra la folla, seppure tenga ancora il coltello sanguinante in mano. Resta solo uno dei ragazzi ad occuparsi del ferito. Lo trascina fino alla sua auto e lo porta all’ospedale più vicino, quello di Magenta. Dove il ragazzo arriva ancora cosciente ma, dopo aver balbettato qualche parola sconnessa, sviene.
Intanto il fattaccio fa il giro del paese ed arriva all’orecchio dei carabinieri. Prima di quelli della stazione locale, poi di quelli della compagnia di Abbiategrasso: il ragazzo all’ospedale è rinvenuto, balbetta di non aver riconosciuto chi lo ha ferito, ma perde i sensi di nuovo e, quando scoprono che ha un’emorragia interna, viene portato di corsa in sala operatoria. Sì, prima dell’intervento i medici non sono convinti che possa farcela, potrebbe anche rimetterci la vita. E per colpa di una manciata di noccioline che nemmeno si è mangiato sarebbe stata proprio una vita buttata via. Per fortuna viene salvato.
I carabinieri intanto setacciano il paese in cerca dei testimoni, per rintracciare i ragazzi presenti al fatto. Nonostante riescano a sentire una ventina di testimoni, però, ci mettono quasi una notte intera per trovare il colpevole.

Lui, il quindicenne, è a casa, tranquillo, è andato persino a dormire e non ha detto nulla ai famigliari. Quando vede gli uomini in divisa non fa una piega, li segue in caserma. E alle 6 di ieri mattina finalmente confessa. «Il coltello? L’ho buttato nel Naviglio Grande». Stamattina arrivano i sommozzatori a cercarlo.

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