Chiude la prima scuola paritaria di Milano, la Scuola d'infanzia e primaria «Mater Divinae Gratiae» di via Gulli. Ma il rischio è che non sia l'ultima. Anzi, sarebbero addirittura il 30% gli istituti in pericolo dopo lo stop forzato per l'emergenza sanitaria. E questo scenario avrebbe ripercussioni devastanti, non solo per le famiglie e gli operatori del settore - migliaia - ma per lo stesso Stato, che da un collasso del sistema scolastico paritario subirebbe un enorme aggravio dei costi. Viste queste difficoltà, dopo proteste e pressioni il governo alla fine ha deciso di muoversi inserendo nel decreto Rilancio altri 70 milioni «a titolo di sostegno economico in relazione alla riduzione o al mancato versamento delle rette o delle compartecipazioni, da parte dei fruitori fino ai 16 anni di età, determinato dalla sospensione dei servizi». Questo nuovo stanziamento si aggiunge ai 65 milioni già previsti per le scuole materne paritarie (sempre a copertura del mancato versamento delle rette) e ai 15 di incremento del Fondo nazionale. In tutto 150 milioni, che qualcuno ha giudicato gravemente insufficienti, viste anche le dimensioni del mondo scolastico non statale, che assicura un servizio pubblico di qualità.
Questo passaggio cruciale arriva nei giorni in cui, fra l'altro, compie 20 anni la legge 62/2000, quella che in ossequio al principio costituzionale della libertà di insegnamento ha istituito il sistema scolastico nazionale, che prescindendo dalla natura giuridica del gestore considera pubbliche le scuole statali e non statali paritarie. In Lombardia le scuole paritarie sono 2.528: oltre 700 nella città metropolitana di Milano, quasi 400 in provincia di Bergamo, circa 350 nella Bergamasca. E tante altre nelle altre province. Questi istituti garantiscono il diritto allo studio a 231.758 alunni: 136.716 nelle scuole d'infanzia paritarie, 38.855 nelle scuole primarie paritarie, 25.554 nelle scuole secondarie di primo grado paritarie, 30.633 studenti nelle scuole secondarie di secondo grado paritarie. Se il costo di un alunno è di circa 7mila euro (esclusi i bambini delle scuole dell'infanzia), si può calcolare che se tutti gli alunni delle paritarie lombarde dovessero essere «dirottati» sulle scuole statali, lo Stato avrebbe un aggravio di 665.294.000 euro. Oggi la Regione Lombardia stanzia 26,3 milioni per oltre 25mila beneficiari attraverso la «Dote buono scuola». E il Consiglio regionale, pochi giorni fa ha approvato una mozione a prima firma Luca Del Gobbo (capogruppo di «Noi con l'Italia») che chiede alla giunta di «individuare misure di sostegno economico per le scuole paritarie, aumentando significativamente la dotazione finanziaria» delle misure esistenti o «introducendo strumenti innovativi». «La Regione - dice Del Gobbo - ha individuato 3 miliardi di investimenti per il suo fondamentale piano Marshall, ora la difficoltà risiede sopratutto nella spesa corrente. In questa condizione, confermare la Dote scuola è già un risultato, ma noi chiediamo un passo in più per sostenere il mondo prezioso delle paritarie, che non solo consentono la libertà di insegnamento, ma in certe realtà sopperiscono alle carenze delle scuole statali, che tanti Comuni non avrebbero le risorse per realizzare e mantenere». «Io quindi ringrazio il governatore Attilio Fontana e l'assessore Melania Rizzoli per l'attenzione che hanno avuto, e credo che dobbiamo fare tutti uno sforzo ulteriore, chiedendo anche al governo di intervenire, perché il governo qualcosa ha fatto, ma poco, qualcosa che corrisponde a 160-170 euro a famiglia.
Stiamo lavorando con tanti, con suor Anna Monia Alfieri e tanti altri, per portare avanti queste istanze, studiando anche strumenti nuovi come il costo standard, nella speranza che la Lombardia possa fare da apripista anche in questo».
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