Altro delitto, paura a Quarto Oggiaro

Il sindaco stasera sarà a Quarto Oggiaro. L'incontro di lunedì tra l'assessore comunale ai Lavori pubblici Carmela Rozza e i residenti del quartiere - dopo i tre omicidi di malavitosi commessi a strettissimo giro l'uno dall'altro la scorsa settimana e le numerose polemiche (non solo politiche) suscitate all'inspiegabile assenza di Pisapia sul territorio in questo specifico contesto - sembra aver dato la stura all'inspiegabile inerzia del primo cittadino. Che stasera alle 21, come fanno sapere dal consiglio di zona 8, incontrerà le associazioni dei quartieri Quarto Oggiaro-Vialba a villa Scheibler.
Intanto ieri sera i carabinieri hanno fatto un pattugliamento con elicotteri su tutto il quartiere. Un'operazione, programmata d'intesa con la questura, per dimostrare la presenza sul territorio delle forze dell'ordine. Gli investigatori della squadra mobile, intanto, sono a caccia di elementi per cercare d'incastrare il prima possibile l'uomo che viene ritenuto l'unico responsabile dei tre feroci delitti. Nel loro mirino, infatti, c'è sin da domenica 27 ottobre (data dei primi due omicidi, quello di Emanuele Tatone e del suo «tirapiedi» Paolo Simone) un pregiudicato ultracinquantenne residente nel quartiere. Un uomo residente a Quarto Oggiaro e legato a Emanuele da qualche squallido traffico di stupefacenti degenerato poi in uno sgarro e nel duplice omicidio di nove giorni fa. Un affare molto modesto, pare, al punto che gli inquirenti non immaginavano avrebbe portato addirittura a un terzo morto. Così com'è evidente che non lo immaginasse neppure Pasquale Tatone, la terza vittima. Altrimenti la sera del delitto non se ne sarebbe andato in giro da solo e disarmato, dopo aver guardato la partita in un bar, come uno che non aveva niente da temere.
Il principale sospettato dei tre delitti è già stato portato in questura, interrogato inutilmente per una notte e sottoposto alla prova dello Stub, risultata negativa, quindi rilasciato. Un esito plausibile, quello del cosiddetto «guanto di paraffina» se si pensa che, dalle immagini delle telecamere, il killer di Pasquale Tatone appare chiaramente, mentre guida lo scooter, con la mano destra «imbustata» da un cellophane, probabilmente proprio per non far trapelare tracce di polvere da sparo.
Intanto riemerge con prepotenza la figura di Antonio Leporace, il pregiudicato foggiano residente a Milano, massacrato di botte giovedì sera a Sant'Andrea di Torrile (Parma) e poi investito. I due pregiudicati crotonesi accusati di averlo ucciso - Giuseppe Pallone, 38 anni di Cutro, e Luciano Scalise, 32 di Petilia Policastro - sono stati arrestati a Monza dai Carabinieri dopo avere tentato, inutilmente, di raggiungere la Svizzera. La polizia ha precisato che l'uomo, con una lunga lista di precedenti per droga, non c'entra nulla con l'omicidio dei due Tatone e di Simone.

Tuttavia gli investigatori non hanno detto che Leporace conosceva bene tutti e tre i morti e ha vissuto a lungo a Quarto Oggiaro dove era legato alle famiglie degli Scalise, dei Carvelli e degli Scordamaglia (tutte originarie di Petilia Policastro). Per questo la sua uccisione, in questo particolare momento, fa nascere quindi più di un interrogativo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica